***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Per i tantissimi amanti dello sport (al di fuori del wrestling e del calcio!) che vogliono parlare e discutere di motori, tennis, sci, golf e tutti gli altri sport!
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andthebad
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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da andthebad »

MacheteKowalski ha scritto:Bad, ce la togliamo una mezza soddisfazione quest'anno?
Non so, nonostante l'arrivo di James non riesco ad essere ottimista, mi sembra che il supporting party sia tutto fuorché di qualità sufficiente.
Dire che se non facciamo i PO, possono anche andare tutti a spalare letame, per quel che mi riguarda. Anzi, un piazzamento inferiore al 4° posto sarebbe una mezza sconfitta.
Detto ciò, il rischio non secondario è che esploda tutto prima di Natale, ma credo che tutte le persone intelligenti nel roster (tolti quindi Lance, Rajon e JaVale) capiscano che si tratta di un anno di transizione e che la vera sfida sarà il 2020.
C'è da dire che la sola presenza di LeBron ha un impatto devastante (in positivo) nello spogliatoio.

Sarà tutto molto interessante.

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KanyeWest
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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da KanyeWest »


Ditemi che non è vero.

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deadman3:16
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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da deadman3:16 »

Grazie.
Grazie.
Quando ricominciai a seguire, ripartii proprio col live di gara 1 contro Golden State nel 2013, una partita infinita.
Fino alla tripla di un argentino che già conoscevo ma che non avevo mai visto giocare. Fu amore a prima vista.

Da lì partii e ricominciai a recuperarne la carriera.
Rimasi folgorato dalle sue prestazioni alle finali contro Detroit con l'investitura di Tim, dalla sua partita contro gli USA ad Atene, dai suoi trascorsi italiani.

Ci rimasi malissimo quando Ray Allen decise che le finali del 2013 dovevano finire in Florida.
Ma l'anno dopo... Quella tripla contro OKC, con Timmy che se lo stringe al petto come faceva con la palla sempre prima delle partite.

E poi, quel "Ginobili al ferro" urlato da Tranquillo che mi fece sobbalzare dalla sedia nel pieno della notte, la tripla subito dopo e la tripla del +21, quella che chiuse partita e serie.
Un titolo reso ancora più speciale da quel pizzico d'italiano portato dal Beli.

La mia memoria scorre, e va a quella gara 5 con Houston.
Quel layup su Capela, l'assist per Danny (madò se mancherà anche lui) fino alla stoppata su Harden.
La gara 4, quando ormai sembrava finita, e invece no, un altro anno.

E allora vai con la sua più bella RS da anni, tra game-winner e assist fuori dal comune fino a portare ancora, assieme a LA, gli Spurs ai PO.

E arriviamo a gara 4, l'ultima vittoria.
Non nascondo di aver seguito quella partita con le lacrime agli occhi, dove non hai mancato di esibire la tua classe e, giusto per mettere la ciliegina, di vincerla con le tue giocate.

Credevo di essere pronto. Credevo.
Poi apro Instagram, leggo il tuo scritto e mi crolla tutto.
Non sono affatto pronto.
So già che stasera mi lancerò a vedere la maggior parte delle tue prodezze, col fazzoletto a portata di mano.
Perché di giocatori come te non ce ne saranno più, perché è davvero la fine di un'era.
Ma sono felice che tu ti sia regalato un ultimo ballo lungo 87 partite, e sono orgoglioso di aver visto la tua ultima vittoria e la tua ultima partita.
Anche se, il pensiero che non ti ritirassi mai stava iniziando a farsi strada, talmente sembravi eterno.

Oggi è un giorno triste per il basket.
Si è ritirato il mio idolo, quello che più di tutti mi faceva emozionare.
Si è ritirato Emanuel David Ginobili.
Grazie.

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Mystogan
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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da Mystogan »

Carriera incredibile che ha superato qualsiasi aspettativa. Pop é ancora lì come del resto era lì prima di loro, ma la dinastia é ufficialmente finita.
Spiace ma va bene così, lo vediamo andare via al top da giocatore sopraffino qual é.

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Talebanoontheblocco
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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da Talebanoontheblocco »

La tripla in Gara 5 di Finale contro i Pistons, la serie contro Memphis giocata col braccio rotto, la Gara 5 di Finale contro gli Heat nella più bella serie di Finale di questo decennio, La Generacion Dorada, i passaggi a una sola mano, le inchiodate a 20 anni e pure a 40 anni, i capelli lunghi e poi la chierica, le triple con quella mano sinistra che ha fatto sognare tanti giocatori/tifosi, il rispetto che si è guadagnato partendo da 0, grazie Manu Ginobili.

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deadman3:16
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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da deadman3:16 »

Spoiler:
Mentre scrivo, così come ho detto nel tweet dell’annuncio del mio ritiro, mi sento in preda ad un miscuglio di sensazioni. Molto entusiasta per la decisione presa e per quel che accadrà, ma anche con un po’ di incertezza di non sapere come mi adatterò alla vita quotidiana, giorno per giorno, senza dover pensare alla prossima partita. E’ che ho fatto soltanto questo durante tutta la mia età adulta. Da quando a 18 anni me ne sono andato da La Rioja non ho mai smesso di giocare fino ad un paio di mesi fa. Sarà strano, senza dubbio, ma credo di essere abbastanza pronto e molto ben accompagnato per affrontarlo.

Tuttavia, non posso dire che sia stata una decisione affrettata o inaspettata. Ho 41 anni, l’ho tirata abbastanza per le lunghe con questa cosa del basket, no? No, non è solo questo, nella mia testa l’ultima stagione è stata sempre “l’ultima”. Non l’ho mai esternato, perché non aveva alcun senso limitare le mie scelte, volevo lasciare la porta aperta ad ogni dubbio che mi potesse farmi cambiare idea o se avessi continuato ad avere la forza fisica e mentale che serve per affrontare una stagione di questo tipo.

Alla fine della stagione, come al solito, ho lasciato passare uno o due mesi per vedere come mi sentivo e in una riunione prima di andare in vacanza in Canada dissi a Pop che mi vedevo più fuori che dentro, ma che ci saremmo tenuti in contatto e ne avremmo parlato al mio ritorno. Durante le vacanze ho parlato abbastanza con Many (la moglie, NdT) circa la concreta possibilità che questa fosse la resa definitiva, però non ci siamo mai spinti più di tanto a confermarlo o a crederci del tutto.
Volevo continuare a lasciare questa opzione nel caso in cui tornando a San Antonio qualcosa mi facesse tornare il desiderio di continuare e mi riportasse in campo, però è successo il contrario. Sono tornato e ho ricominciato a fare pesi, ho ripreso la palla in mano, ho guardato i più giovani allenarsi e rompersi la schiena per essere pronti per la preseason e io, invece, ancora provavo dolore per gli ultimi due infortuni della stagione passata. A poco a poco mi sono convinto della decisione da prendere. Ad ogni modo ho dovuto aspettare che Pop tornasse dal suo viaggio in Europa, perché volevo che fosse il primo a saperlo e il primo con cui parlarne. Il 27 Agosto mi è toccato il momento di renderlo pubblico. Non potete immaginare la tensione che provavo di fronte al computer prima di premere “Invio”. Non so bene perchè: ero convinto di quello che dovevo fare e che era la decisione corretta, però è stato davvero pazzesco. Sono convinto e felice del passo che ho fatto. E’ difficile spiegare tutto quello che ho provato. Subito dopo ho provato un grande sollievo e ho pensato che mi sarei potuto disconnettere, però sono iniziati ad arrivare i messaggi e non ho potuto evitare di leggerli. Alcuni mi hanno davvero emozionato. In realtà ci hanno emozionato, perché Many, mia moglie, è nella mia stessa situazione. È come se anche lei si stesse ritirando e in questo momento sta provando le mie stesse emozioni. È che con Many ho vissuto 21 di questi 23 anni, ha sofferto in tutti i campionati, ha festeggiato, ha pianto, ha gridato, li ha visti da lontano, da vicino, ha sopportato che stessi anche fino a due mesi fuori di casa durante le competizioni con la Nazionale, quando sarebbero potuti essere momenti di vacanza con la famiglia e mille altre cose. Si è fatta carico delle faccende di casa in tutti questi momenti, dei bambini, del fatto che non mi svegliassero prima di una partita importante. In più è stata il mio appoggio morale dopo dolorose sconfitte e la compagna di festeggiamenti di molte vittorie. Ad ogni modo, la lista continuerebbe per almeno un altro paio di pagine in più.

Non credo di essere l’unico che vive e sente tutte queste emozioni al momento del proprio ritiro, suppongo che succeda a chiunque altro nell’ambiente cestistico, solo che nel basket è molto difficile trovare il livello di familiarità che si raggiunge a San Antonio. Giocare con alcuni compagni per quasi 16 anni, sempre con lo stesso allenatore e vedendo in gran parte le stesse facce tutti gli anni, porta a generare un senso di appartenenza molto forte. Non voglio iniziare a fare nomi perché di sicuro finirei a trascurare ingiustamente qualcuno. L’ho scritto nel mio tweet, sono immensamente grato a tutti.

Quello che ho messo in chiaro con Pop è che non è un “addio, me ne vado”. I miei figli hanno già iniziato la scuola e finchè sarò ancora in città rimarrò ancora vicino alla squadra e alla franchigia, questa volta non potrò dare una mano guadagnando un fallo in attacco o rubando la palla o cose del genere, però cercherò di aggiungere qualcosa là dove posso, perché provo un grande affetto per i miei compagni, per lo staff e per tutta la gente che ruota attorno alla squadra, e desidero che tutto vada nel miglior modo possibile. Si posso aiutare anche da fuori, lo farò con grande gioia.

Posso anche dire che non mi ritiro lasciando insoddisfatto alcun desiderio: sono riuscito a giocare finchè ne ho avuto voglia, altri sono costretti a ritirarsi prima del dovuto per infortuni o altri problemi, ma io ho giocato fino ad oltre 40 anni. La verità è che non lascio nessun conto sospeso. In più ho avuto il piacere negli ultimi tre anni di giocare come chiunque potrebbe fare con i suoi amici, senza sentire la pressione di essere l’unico responsabile di quello che sarebbe successo, con la sensazione di aver già dato tutto quello che potevo. E ci ho tenuto a ringraziare tutti nel modo in cui ho potuto con il mio tweet, perché è davvero tanta la gente con cui ho condiviso qualcosa nel corso di questo cammino. Una delle cose migliori che mi porto con me è che con tutti i compagni con cui ho giocato, sono 254, non ho mai avuto un litigio, idem con i miei allenatori. Non che ne abbia avuti tanti, sia chiaro, però con i nove allenatori per i quali ho giocato mi sono sempre trovato benissimo, con reciproco rispetto e apprezzamento per il lavoro altrui. Però c’è anche tanta gente che non era in primo piano ma che si è rotta la schiena per far sì che noi potessimo essere nelle migliori condizioni possibili per giocare. Insisto, non partono in quintetto e non ricevono riconoscimenti, però sono fondamentali per qualsiasi organizzazione.

Inoltre è importante riconoscere che sono diventato il giocatore che sono quando mi sono trasferito a giocare in Europa. Più ancora dei successi sportivi che ho raccolto a Bologna o della crescita che ho avuto a Reggio Calabria, tutto quello che ho dovuto imparare lì mi è servito più avanti per poter competere al massimo livello in NBA.

Tutto è stato speciale nella mia carriera, perché non è cosa comune rimanere così tanto tempo in una squadra così come non ci sono casi in nazionale in cui un pugno di giocatori condividano assieme quasi 20 anni, come è successo a me con gli Spurs e la Generación Dorada. Ho avuto la fortuna di essere parte di due gruppi che hanno avuto una rilevanza incredibile nello sport, e in entrambi i caso ho trovato una qualità umana impossibile da eguagliare. A livello professionale, aver avuto questa possibilità è senza dubbio sorprendente.

Dico grazie anche ai tifosi, perché mi hanno "adottato" fin dal primo giorno. Capisco che le mie origini argentine ed il mio spagnolo abbiano aiutato nel processo di integrazione con la gente, e questo mi ha permesso di avere un feeling unico durante 16 anni, con un affetto dato e ricevuto incondizionato. Parlando ai tifosi argentini, la verità è che non ho parole: quello che abbiamo vissuto, per esempio a Mar de Plata e a Rio de Janeiro, sarà molto difficile da dimenticare. Le emozioni che ho vissuto con la Selecciòn non sono facili da spiegare in un paio di righe. Una delle cose che mi ha emozionato di più fu l'ultima partita alle Olimpiadi di Rio 2016. Fu una dimostrazione di affetto impattante. In più, vedere negli ultimi anni l'arrivo di tanti tifosi argentini a San Antonio per vedermi giocare è stato incredibile. Conosco gli sforzi che avete fatto per esserci, e questo mi commuove.

E nulla, ora è arrivato il momento di passare più tempo con mia moglie e con i miei bambini. Di divertirmi in Argentina con la mia famiglia e con i miei amici. Di mangiare la polenta a tavola con mio padre e l'asado con i miei amici. Di passare la seconda metà della mia vita con molte meno responsabilità e senza sforzare troppo il mio corpo, che è l'unico che ho. In definitiva, sfrutterò tutto il tempo a mia disposizione, perché è quello che tutto il mondo non vede l'ora di poter fare e io ora ce l'ho tutto per me, a 41 anni. Grazie a tutti per avermi sostenuto durante questo lungo viaggio."
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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da Michele d. Luffy »

Si ritira uno dei giocatori simbolo degli ultimi 15 anni, nonché, a mio parere nella top5 delle guardie degli anni duemila dopo bryant e Wade. Giorno triste per il basket, ma ha lasciato con una stagione all'altezza e non da derelitto

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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da AFM2000 »

Buona mossa per liberarsi del contratto di Anderson e aggiungere degli elementi che possono tornare utili dalla panchina, ma non cancellano la FA deludente, non tanto per Ariza in sé ma resta il fatto che il gap con i Warriors è decisamente notevole.

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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da AFM2000 »

Miracolo :moltosorpreso:

L'unica mossa decente di Magic oltre la firma di LeBron :almostlaughing:

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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da deadman3:16 »

Pronti per Leonard.

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andthebad
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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da andthebad »

deadman3:16 ha scritto:
Spoiler:
Mentre scrivo, così come ho detto nel tweet dell’annuncio del mio ritiro, mi sento in preda ad un miscuglio di sensazioni. Molto entusiasta per la decisione presa e per quel che accadrà, ma anche con un po’ di incertezza di non sapere come mi adatterò alla vita quotidiana, giorno per giorno, senza dover pensare alla prossima partita. E’ che ho fatto soltanto questo durante tutta la mia età adulta. Da quando a 18 anni me ne sono andato da La Rioja non ho mai smesso di giocare fino ad un paio di mesi fa. Sarà strano, senza dubbio, ma credo di essere abbastanza pronto e molto ben accompagnato per affrontarlo.

Tuttavia, non posso dire che sia stata una decisione affrettata o inaspettata. Ho 41 anni, l’ho tirata abbastanza per le lunghe con questa cosa del basket, no? No, non è solo questo, nella mia testa l’ultima stagione è stata sempre “l’ultima”. Non l’ho mai esternato, perché non aveva alcun senso limitare le mie scelte, volevo lasciare la porta aperta ad ogni dubbio che mi potesse farmi cambiare idea o se avessi continuato ad avere la forza fisica e mentale che serve per affrontare una stagione di questo tipo.

Alla fine della stagione, come al solito, ho lasciato passare uno o due mesi per vedere come mi sentivo e in una riunione prima di andare in vacanza in Canada dissi a Pop che mi vedevo più fuori che dentro, ma che ci saremmo tenuti in contatto e ne avremmo parlato al mio ritorno. Durante le vacanze ho parlato abbastanza con Many (la moglie, NdT) circa la concreta possibilità che questa fosse la resa definitiva, però non ci siamo mai spinti più di tanto a confermarlo o a crederci del tutto.
Volevo continuare a lasciare questa opzione nel caso in cui tornando a San Antonio qualcosa mi facesse tornare il desiderio di continuare e mi riportasse in campo, però è successo il contrario. Sono tornato e ho ricominciato a fare pesi, ho ripreso la palla in mano, ho guardato i più giovani allenarsi e rompersi la schiena per essere pronti per la preseason e io, invece, ancora provavo dolore per gli ultimi due infortuni della stagione passata. A poco a poco mi sono convinto della decisione da prendere. Ad ogni modo ho dovuto aspettare che Pop tornasse dal suo viaggio in Europa, perché volevo che fosse il primo a saperlo e il primo con cui parlarne. Il 27 Agosto mi è toccato il momento di renderlo pubblico. Non potete immaginare la tensione che provavo di fronte al computer prima di premere “Invio”. Non so bene perchè: ero convinto di quello che dovevo fare e che era la decisione corretta, però è stato davvero pazzesco. Sono convinto e felice del passo che ho fatto. E’ difficile spiegare tutto quello che ho provato. Subito dopo ho provato un grande sollievo e ho pensato che mi sarei potuto disconnettere, però sono iniziati ad arrivare i messaggi e non ho potuto evitare di leggerli. Alcuni mi hanno davvero emozionato. In realtà ci hanno emozionato, perché Many, mia moglie, è nella mia stessa situazione. È come se anche lei si stesse ritirando e in questo momento sta provando le mie stesse emozioni. È che con Many ho vissuto 21 di questi 23 anni, ha sofferto in tutti i campionati, ha festeggiato, ha pianto, ha gridato, li ha visti da lontano, da vicino, ha sopportato che stessi anche fino a due mesi fuori di casa durante le competizioni con la Nazionale, quando sarebbero potuti essere momenti di vacanza con la famiglia e mille altre cose. Si è fatta carico delle faccende di casa in tutti questi momenti, dei bambini, del fatto che non mi svegliassero prima di una partita importante. In più è stata il mio appoggio morale dopo dolorose sconfitte e la compagna di festeggiamenti di molte vittorie. Ad ogni modo, la lista continuerebbe per almeno un altro paio di pagine in più.

Non credo di essere l’unico che vive e sente tutte queste emozioni al momento del proprio ritiro, suppongo che succeda a chiunque altro nell’ambiente cestistico, solo che nel basket è molto difficile trovare il livello di familiarità che si raggiunge a San Antonio. Giocare con alcuni compagni per quasi 16 anni, sempre con lo stesso allenatore e vedendo in gran parte le stesse facce tutti gli anni, porta a generare un senso di appartenenza molto forte. Non voglio iniziare a fare nomi perché di sicuro finirei a trascurare ingiustamente qualcuno. L’ho scritto nel mio tweet, sono immensamente grato a tutti.

Quello che ho messo in chiaro con Pop è che non è un “addio, me ne vado”. I miei figli hanno già iniziato la scuola e finchè sarò ancora in città rimarrò ancora vicino alla squadra e alla franchigia, questa volta non potrò dare una mano guadagnando un fallo in attacco o rubando la palla o cose del genere, però cercherò di aggiungere qualcosa là dove posso, perché provo un grande affetto per i miei compagni, per lo staff e per tutta la gente che ruota attorno alla squadra, e desidero che tutto vada nel miglior modo possibile. Si posso aiutare anche da fuori, lo farò con grande gioia.

Posso anche dire che non mi ritiro lasciando insoddisfatto alcun desiderio: sono riuscito a giocare finchè ne ho avuto voglia, altri sono costretti a ritirarsi prima del dovuto per infortuni o altri problemi, ma io ho giocato fino ad oltre 40 anni. La verità è che non lascio nessun conto sospeso. In più ho avuto il piacere negli ultimi tre anni di giocare come chiunque potrebbe fare con i suoi amici, senza sentire la pressione di essere l’unico responsabile di quello che sarebbe successo, con la sensazione di aver già dato tutto quello che potevo. E ci ho tenuto a ringraziare tutti nel modo in cui ho potuto con il mio tweet, perché è davvero tanta la gente con cui ho condiviso qualcosa nel corso di questo cammino. Una delle cose migliori che mi porto con me è che con tutti i compagni con cui ho giocato, sono 254, non ho mai avuto un litigio, idem con i miei allenatori. Non che ne abbia avuti tanti, sia chiaro, però con i nove allenatori per i quali ho giocato mi sono sempre trovato benissimo, con reciproco rispetto e apprezzamento per il lavoro altrui. Però c’è anche tanta gente che non era in primo piano ma che si è rotta la schiena per far sì che noi potessimo essere nelle migliori condizioni possibili per giocare. Insisto, non partono in quintetto e non ricevono riconoscimenti, però sono fondamentali per qualsiasi organizzazione.

Inoltre è importante riconoscere che sono diventato il giocatore che sono quando mi sono trasferito a giocare in Europa. Più ancora dei successi sportivi che ho raccolto a Bologna o della crescita che ho avuto a Reggio Calabria, tutto quello che ho dovuto imparare lì mi è servito più avanti per poter competere al massimo livello in NBA.

Tutto è stato speciale nella mia carriera, perché non è cosa comune rimanere così tanto tempo in una squadra così come non ci sono casi in nazionale in cui un pugno di giocatori condividano assieme quasi 20 anni, come è successo a me con gli Spurs e la Generación Dorada. Ho avuto la fortuna di essere parte di due gruppi che hanno avuto una rilevanza incredibile nello sport, e in entrambi i caso ho trovato una qualità umana impossibile da eguagliare. A livello professionale, aver avuto questa possibilità è senza dubbio sorprendente.

Dico grazie anche ai tifosi, perché mi hanno "adottato" fin dal primo giorno. Capisco che le mie origini argentine ed il mio spagnolo abbiano aiutato nel processo di integrazione con la gente, e questo mi ha permesso di avere un feeling unico durante 16 anni, con un affetto dato e ricevuto incondizionato. Parlando ai tifosi argentini, la verità è che non ho parole: quello che abbiamo vissuto, per esempio a Mar de Plata e a Rio de Janeiro, sarà molto difficile da dimenticare. Le emozioni che ho vissuto con la Selecciòn non sono facili da spiegare in un paio di righe. Una delle cose che mi ha emozionato di più fu l'ultima partita alle Olimpiadi di Rio 2016. Fu una dimostrazione di affetto impattante. In più, vedere negli ultimi anni l'arrivo di tanti tifosi argentini a San Antonio per vedermi giocare è stato incredibile. Conosco gli sforzi che avete fatto per esserci, e questo mi commuove.

E nulla, ora è arrivato il momento di passare più tempo con mia moglie e con i miei bambini. Di divertirmi in Argentina con la mia famiglia e con i miei amici. Di mangiare la polenta a tavola con mio padre e l'asado con i miei amici. Di passare la seconda metà della mia vita con molte meno responsabilità e senza sforzare troppo il mio corpo, che è l'unico che ho. In definitiva, sfrutterò tutto il tempo a mia disposizione, perché è quello che tutto il mondo non vede l'ora di poter fare e io ora ce l'ho tutto per me, a 41 anni. Grazie a tutti per avermi sostenuto durante questo lungo viaggio."
Manu
Nel giro di tre anni si sono ritirati Kobe, Tim e Manu. Ormai è un'epoca che e ne va.
AFM2000 ha scritto: Miracolo :moltosorpreso:

L'unica mossa decente di Magic oltre la firma di LeBron :almostlaughing:
Hai detto poco. In pratica ha fatto arrivare il migliore del mondo e aperto una porta per il terzo/quarto, il tutto senza imputtanarsi il cap, dari via scelte o le nuove leve.

Oggettivamente han fatto un lavoro eccellente. Poi ovvio, si vedrà solo sul campo se avrà funzionato.

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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da andthebad »

Come detto su Sky, Deng ha incassato più milioni che partite giocate. Ma va bene così, anche noi facciamo la nostra parte nell'NBA Cares. :LOL:

Si dice che Luol voglia tornare da Thib, assieme a Noah. Così la transizione ai TimberBulls sarebbe completa :sarcasmo:

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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da Mystogan »

Deng grand'uomo, tutti i giorni ad allenarsi con la squadra e partecipare alle riunioni tecniche pur sapendo che non avrebbe giocato mai solo ed esclusivamente perché voi avete fatto casino col cap e vi siete fottuti più stagioni (il tutto prendendosi pure gli insulti della piazza perché piglia soldi per guardare le partite), dimmi tu poi se i Lakers non devono stare sul culo.

Dovunque vada spero faccia bene. Sempre stato un lavoratore eccellente e si é meritato ogni penny che quel coglione di Kupchak gli ha garantito (che poi ha anche rinunciato a 8 dei milioni che gli spettavano).

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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da Talebanoontheblocco »

Un altro mese pieno di chiacchiere e stronzate sulla WNBA non riesco a sopportarlo

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Re: ***NBA Season 2018-19***-Official Topic.

Messaggio da KanyeWest »

Mystogan ha scritto:Deng grand'uomo, tutti i giorni ad allenarsi con la squadra e partecipare alle riunioni tecniche pur sapendo che non avrebbe giocato mai solo ed esclusivamente perché voi avete fatto casino col cap e vi siete fottuti più stagioni (il tutto prendendosi pure gli insulti della piazza perché piglia soldi per guardare le partite), dimmi tu poi se i Lakers non devono stare sul culo.

Dovunque vada spero faccia bene. Sempre stato un lavoratore eccellente e si é meritato ogni penny che quel coglione di Kupchak gli ha garantito (che poi ha anche rinunciato a 8 dei milioni che gli spettavano).
Quoto in toto.
Talebanoontheblocco ha scritto:Un altro mese pieno di chiacchiere e stronzate sulla WNBA non riesco a sopportarlo
Come sopra.

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