Vedo entusiasmo perciò direi che posso far partire il progetto. E iniziamo con il...
RIASSUNTO CALCIOMERCATO
Il famoso termine "Sette Sorelle" col quale si indicavano le sette squadre italiane che potevano lottare alla pari per lo scudetto, nacque nel 1999-2000 ma è assolutamente pertinente anche per quest'annata visto che, ai posti di blocco, sette compagini svettavano nettamente sulle altre.
Andiamo quindi a fare una rapida panoramica, vedendo anche i colpi di mercato.
A partire da favorita era la Juventus, e non poteva essere altrimenti. I bianconeri si erano aggiudicati i precedenti due campionati e venivano da ben tre finali consecutive di Champions, di cui però solo una vinta (nel 1996 contro l'Ajax).
L'intelaiatura era stata, come sempre, mantenuta intatta, con Marcello Lippi grande condottiero dell'ultimo quadriennio. L'unica cessione importante fu quella di Moreno Torricelli ai rivali della Fiorentina, rimpiazzata però dallo slavo Mirkovic e dal croato Tudor.
A seguire troviamo l'Inter, autore di uno splendido campionato nel 97/98, chiuso al secondo posto tra le polemiche, e della grande vittoria in Coppa Uefa. Il fenomeno Ronaldo è appena tornato da un Mondiale 1998 da protagonista col Brasile, perso però in malo modo nella finale con la Francia anche per un misterioso malore, ma sembra pronto a riscattarsi.
Moratti conferma in panchina Gigi Simoni e acquista giovani di prospettiva come Pirlo, Dabo, Ventola e Silvestre. Il grande colpo è però Roberto Baggio, reduce da un'ottima stagione al Bologna, in quella che è l'ultima grande chance con una maglia importante della sua carriera.
Passiamo alla Lazio, una squadra che grazie ai miliardi di Sergio Cragnotti sta ottenendo ottimi risultati e che vuole bissare lo scudetto ormai lontano degli anni 70. L'allenatore è sempre Sven-Goran Eriksson, che nel primo anno ha portato a casa il successo in Coppa Italia, oltre a una finale persa di Coppa Uefa.
La squadra viene invece rivoluzionata: partono giocatori pesanti come Chamot, Rambaudi, Jugovic, Fuser in direzione Parma e Casiraghi al Chelsea ma vengono presi due ottimi portoghesi come Fernando Couto e Sergio Conceicao, lo spagnolo De la Pena dal Barcellona e quattro campionissimi. Il primo è Dejan Stankovic, allora diciannovenne della Stella Rossa, destinato a una lunga e fruttuosa carriera. Rimanendo in Serbia, arriva per più di 30 miliardi il difensore goleador Sinisa Mihajlovic dalla Sampdoria. Per una cifra similare, dall'Argentina arriva il cileno Marcelo Salas, autore di un ottimo campionato del mondo. La ciliegina sulla torta è però Christian Vieri, bomber di razza prelevato dopo appena una stagione dall'Atletico Madrid condita da 24 gol in 24 partite, per una cifra superiore ai 50 miliardi. E' lui il colpo che serviva per puntare in alto.
Anche la Roma di Franco Sensi è un'altra società che negli anni migliora sempre più. Tuttavia il piazzamento Uefa dell'anno precedente non può certo essere considerato un grande successo. Sulla panchina viene confermato il boemo Zdenek Zeman, viene venduto il forte argentino Balbo al Parma, e vengono acquistati Gautieri, il futuro idolo della tifoseria Antonio Carlos Zago e Alenichev, ala russa dello Spartak Mosca, per 15 miliardi di lire.
Il Parma di Tanzi sembra anch'essa sul punto di spiccare il volo. Nel decennio gli emiliani si sono imposti come una delle squadre più solide, arrivando a straordinari risultati come la Coppa delle Coppe nel 93, la Uefa nel 95 e il secondo posto nel 97. In panchina viene chiamato l'emergente Malesani dalla Fiorentina (al posto di Ancelotti) e vengono comprati diversi ottimi giocatori: dai già citati Abel Balbo e Diego Fuser a due fuoriclasse della Sampdoria, Juan Sebastian Veron e Alain Boghossian, vincitore del mondiale il mese prima.
La Fiorentina di Cecchi Gori il colpo lo fa in panchina. Dopo i successi col Bayern Monaco, torna in Italia Giovanni Trapattoni, pronto a dare l'assalto al campionato coi punti fermi Rui Costa, Batistuta e Toldo. Sbarazzatosi del "bidone" Kanchelskis, i due acquisti più importanti sono sulle fasce: oltre a Torricelli, arriva Jorg Heinrich, tedesco del Borussia Dortmund.
Per chiudere il Milan, chiamato alla totale rivoluzione dopo due anni tra i peggiori della storia. Il clima è rovente, poichè i tifosi non hanno ancora perdonato i due disastri delle stagioni precedenti, terminate all'undicesimo e al decimo posto. Galliani e Berlusconi decidono di ripartire da Udine: prelevano infatti dai friulani il tecnico Alberto Zaccheroni, capace di un incredibile terzo posto, insieme al laterale Helveg e alla punta di diamante Oliver Bierhoff. Giungono a Milanello anche i giovani Abbiati, Sala, Ambrosini e Morfeo, oltre ai difensori N'gotty del PSG e Ayala dal Napoli, per chiudere col nuovo portiere Jens Lehmann dallo Schalke 04. A lasciare la squadra due pilastri come Marcel Desailly e Dejan Savicevic, insieme al flop Kluivert, ceduto al Barcellona.
Nelle altre squadre l'Udinese supplì alla partenza di Helveg e Bierhoff con l'acquisto di Jorgensen e del Pampa Sosa, con l'aggiunta di Guidolin come mister, a Bologna ci si affidò a Carletto Mazzone e a Beppe Signori, in arrivo dopo sei mesi alla Sampdoria.
Proprio la Sampdoria di Luciano Spalletti fu la squadra più depredata, e si affidò a Montella e Ortega. Per il resto da segnalare il giovane Di Vaio alla Salernitana, il nazionale camerunense Mboma al Cagliari, l'esordio di Simone Inzaghi col Piacenza, il bizzarro acquisto del giapponese Nakata del Perugia di Gaucci e il Vicenza reduce dal sogno europeo svanito di un soffio, guidato ora da Franco Colomba.