Gli organizzavano le partite contro i top durante le riprese del film
E lui annotava tutti i loro difetti
Stern può dire quello che vuole
Cazzate a parte, in un continuo evolversi nel dubbio su quale sia la visione per inquadrare l'uomo che soffre maledettamente la perdita del padre tra il ritorno e la vittoria del quarto titolo, e una capacità di voler tenere talmente alta l'attenzione nel sfociare in risse come quella con Kerr, è comunque inevitabile affacciarsi ad una narrazione sportiva che prosegue e che lo vede vincitore su tutta la linea, pure nelle sconfitte, perché poi si riprende le rivincite subito dopo.
Disintegrata la Magic Dynasty con l'ex Horace Grant (avrei voluto un intervento di Shaq che mai in questo momento sarebbe stato interessante dopo quanto ha detto sul fatto che i suoi Lakers avrebbero battuto quei Bulls), così come è bella la parte su Armstrong che purtroppo rimase un abbaglio tra l'aneddoto di lui che perde l'uno contro uno con MJ nel primo ritiro e la rabbia del prendere in mano la serie con gli Hornets (che nonostante l'addio di Mourning era ancora una squadra onestissima con Glenn Rice e il Divac pre Kings).
E comunque preso tantissimo dalla parte del ritiro, lui nel baseball e i Bulls che nel 94 erano comunque una signora squadra (clamoroso il buzzer di Kukoc contro Indiana così come quello coi Knicks ai PO in gara 3), 95 nel paradosso di un ritorno cosi importante ma con equilibri ancora da scrivere e che sarebbero avvenuti nel 96, indiscutibilmente la miglior versione di quei Bulls.
Hype per Reggie e il feud con Utah.