Questo e' un articolo recentissimo, del 07/12
Per capire meglio COSA e' e quando nasce il DarfurL’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, esprime profonda preoccupazione per l’inasprirsi delle violenze in corso nella regione sudanese del Darfur, che da novembre hanno costretto migliaia di persone a fuggire anche oltreconfine facendo ingresso in Ciad.
Quasi 10.000 persone sono fuggite da un’ondata di violenze intercomunitarie esplose nella località di Jebel Moon, nel Darfur occidentale. Oltre 2.000 di queste, principalmente donne e bambini, hanno cercato rifugio nel vicino Ciad.
Durante una missione di valutazione condotta a Jebel Moon la settimana scorsa, UNHCR e partner hanno assicurato alloggi d’emergenza a 1.600 nuove famiglie sfollate, nonché altri aiuti salvavita comprendenti taniche, teli impermeabili, coperte, stuoie, set da cucina e zanzariere.
Le tensioni in corso a Jebel Moon restano alte e, negli ultimi giorni, episodi di violenza si sono registrati anche in altre località del Darfur occidentale, per esempio a El Geneina il 5 dicembre.
Il personale dell’Agenzia sta inoltre raccogliendo testimonianze allarmanti da altre aree del Darfur riguardanti la distruzione di villaggi, casi di violenza sessuale e furti di bestiame. L’UNHCR teme che la crescente frequenza di tali aggressioni possa portare al peggioramento della situazione umanitaria nella regione.
Le violenze in corso, a cui si sono sommate infestazioni da parassiti e una stagione delle piogge segnata da precipitazioni scarse, hanno inoltre causato l’interruzione della stagione della coltivazione in tutto il Darfur. Agricoltori sfollati hanno confidato al personale dell’UNHCR di temere che il raccolto possa risolversi in un totale fallimento, sollevando poi preoccupazioni ulteriori sulla sicurezza alimentare.
Dato il crescente numero di civili a rischio, UNHCR e partner stanno tenendo incontri con autorità statali e rappresentanti comunitari per confrontarsi in merito al deteriorarsi delle condizioni di sicurezza, assicurare accesso sicuro a tutte le aree colpite, e rafforzare il coordinamento delle attività di risposta umanitaria.
In Ciad, i neoarrivati hanno trovato rifugio in cinque aree a ridosso della frontiera. Hanno urgentemente bisogno di ricevere cibo, acqua e un riparo. L’UNHCR sta lavorando con le autorità e coi propri partner per assicurare loro aiuti d’emergenza. Il Ciad accoglie 520.000 rifugiati, il 70 per cento dei quali proviene dal Sudan.
In Sudan sono presenti 3 milioni di sfollati interni, oltre l’80 per cento dei quali si trova nei cinque Stati del Darfur. Nel 2021, gli oltre 200 casi di violenza segnalati nella regione hanno costretto numeri ulteriori di persone a fuggire.
Il Darfur (in arabo: دار فور, Dār Fūr, ossia "paese dei Fur") è una delle nove province storiche (mudīriyyāt) del Sudan, situata nella parte occidentale del Paese, nel deserto del Sahara. È in maggioranza abitato da popolazioni musulmane[1], come nel resto del nord della nazione. Il territorio è oggi suddiviso in cinque Stati (wilayat): Darfur Occidentale (Gharb Darfur), con capitale Al Junaynah, Darfur Settentrionale (Chamal Darfur), con capitale Al Fashir, Darfur Meridionale (Djanub Darfur), con capitale Nyala, Darfur Centrale (Wasat Darfur), con capitale Zalingei e Darfur Orientale (Scharq Darfur), con capitale Ad Daein.
Islamizzato nel XIV secolo, il sultanato indipendente del Darfur raggiunse la massima potenza tra la fine del XVII ed il XVIII secolo. Inglobato nell'Egitto nel 1874, per questo motivo sostenne il movimento mahdista, da cui poi si allontanò, ottenendo alla sua sconfitta, nel 1898, una certa indipendenza, persa nel 1916 ad opera dei britannici che deposero l'ultimo Sultano, ʿAlī Dīnār a causa del fatto che questi si era schierato a fianco dell'Impero ottomano durante la prima guerra mondiale. Da allora ha condiviso la storia del Sudan.
Il Darfur copre una superficie di 493 180 km². Gran parte del territorio è formato da un altopiano. Il centro della regione è montuoso, dominato dal monte Marra (Jebel Marra) che raggiunge i 3088 m s.l.m.; il nord del paese è coperto di dune sabbiose, mentre il sud è dominato dalla savana e gode di precipitazioni medie annue di 700 mm, concentrate da giugno a settembre (i raccolti sono a novembre). Il Darfur fa parte del Sahel e ne condivide la progressiva desertificazione. Sono stati scoperti dei giacimenti di petrolio.
La popolazione è stimata in circa 6 milioni di abitanti, in grande prevalenza rurali. Sono nomadi e allevatori di lontana origine araba e arabofoni (Baggara, Abbala) al nord e agricoltori stanziali neri e non arabofoni (Fur, Zaghawa, Masalit) al sud. I centri principali sono Al Fashir e Geneina.
Dal 2003, il Darfur è teatro di un feroce conflitto che vede contrapposte la locale maggioranza nera della popolazione, composta da tribù sedentarie, e la minoranza nomade originaria della Penisola arabica, che costituisce maggioranza nel resto del Sudan. Quest'ultima, dai primi del XXI secolo, è stata appoggiata dal governo centrale (a stragrande maggioranza araba), a sua volta accusato di tollerare le feroci scorribande dei Janjawid (letteralmente "demoni a cavallo", reclutati fra gli Abbala). I contrasti fra popolazioni nomadi e sedentarie (tutte peraltro di religione islamica) nella regione del Sahel risalgono alla notte dei tempi, ma non sono quasi mai tracimati fino ai tempi più recenti in atti di aperta e violenta ostilità e sono dovuti al diverso utilizzo delle scarse risorse naturali disponibili da parte di questi gruppi. Tuttavia dal 1985, e ancor di più dal 2002, il governo centrale ha strumentalizzato queste controversie - ingigantite da una crescente e drammatica siccità e dalla conseguente carestia - per fini politici, in particolare allo scopo di reprimere i movimenti autonomisti sorti fra le tribù stanziali. Il governo ha quindi tollerato, e in parte sostenuto, gli attacchi dei Janjawid. I sedentari hanno risposto costituendo a loro volta dei gruppi armati, come il Movimento per la Liberazione del Sudan (principalmente composto da Fur e Masalit) e il Justice and Equality Movement (Movimento per la Giustizia e l'Uguaglianza), legato a una corrente islamista fuoriuscita dal governo centrale (principalmente composta da Zaghawa).
Alcuni mettono il conflitto in relazione alla questione degli approvvigionamenti petroliferi. Il Darfur e il Sudan in generale sono una delle zone col più basso reddito pro-capite dell'Africa, ma al contempo fra le più ricche di materie prime. La China National Petroleum Corporation (CNPC) di Pechino, compagnia petrolifera a controllo pubblico, importa dal 65% all'80% dei barili prodotti ogni giorno nel Paese, ed una quota pari all'8% delle importazioni cinesi di petrolio.[senza fonte] Diversi antefatti del conflitto rilevati sul campo sono riportati nel volume "Diario di un uomo scimmia" di R. Sapolskj, neurobiologo e primatologo americano.