E rieccoci cari lettori di Tuttowrestling.com con il numero 445 dell’Impact Planet, l’editoriale che cura tutti gli aspetti inerenti il mondo di TNA/Impact.
Io sono “The REAL Messiah” Aldo Fiadone e, come sempre, oltre all’editoriale che avete in questo momento davanti ai vostri occhi, potete seguirmi attraverso il podcast Pro Wrestling Culture disponibile sia su TW che in radio su Radio Libera Tutti, Twitch con il canale openwrestlingtv e YouTube su Eagle & Ono.
Dopo l’analisi di Hard To Kill, è ora il turno di No Surrender.
Il weekend scorso è stato infatti ricco di eventi sia nel nostro paese con il debutto della Dream Wrestling, che nel Nord America tra WWE (seppur con uno show in Arabia Saudita) e appunto Impact.
La federazione canadese non si è smentita e, ancora una volta, ha stupito il pubblico con uno show di tutto di alta fattura.
L’aura di No Surrender era appunto quella di un vero e proprio PPV e quanto visto al suo interno, come il tradimento di Jay White ai danni di Tama Tonga, o quello di Eddie Edwards contro la compagnia, sono solo alcuni dei punti che confermano il tutto.
La qualità del lottato ha alzato ulteriormente l’asticella grazie all’opener, al first time ever tra Eric Young e Jay White, ma in particolare con il World title match tra Moose e W. Morrisey. Quest’ultimo mostruoso, ma il primo si conferma big man esemplare e campione capace di vincere in modo pulito contro chiunque.
Zero paura per Moose e tanta furbizia per Mickie James la quale fa dell’astuzia un arma in più per mantenere la sua cintura contro Tasha Steelz.
Stupisce invece il Digital Media Championship match tra Matt Cardona vs Jordynne Grace, con l’ex Knockouts Champion uscente a testa alta nonostante la sconfitta per squalifica.
Il primo colpo di scena, come già citato, riguarda il Bullet Club. Ripensando alla scena, resto ancora stupito come la prima volta. Mai mi sarei aspettato di vedere un Tama Tonga e quindi i Guerillas of Destiny out dal BC.
Questa imposizione di Jay è un rafforzativo che i suoi predecessori (Devitt, Styles e Omega ndr) non hanno mai mostrato. Il leader della stable si comporta da tale, non si appoggia a nessuno e prende lui stesso le decisioni come ogni vero leader dovrebbe fare.
Proprio queste azioni confermano l’esistenza della Switchblade Era. White al comando è sinonimo di potere assoluto e consolidazione del ruolo. Un giovane talento che è cresciuto anno dopo anno confermando di volta in volta qualità in ed extra ring.
Discorso similare per la questione Honor No More, ma con un grande dubbio. Mettendo per un attimo da parte la questione “shock”, era davvero necessario concedere quel momento a Eddie Edwards?
L’atleta di Boston è una sicurezza sul quadrato, il concetto è assodato, ma è anche carente al microfono since day one. Con il tempo il due volte Impact World Champion ha mostrato tali lacune per troppe volte, questa ci auguriamo possa essere la volta buona per smentire tutti per quanto difficile possa essere e quindi titubante mi lasci.
Impact c’è, continua ad esserci con tutta la passione e la voglia che ogni compagnia di wrestling dovrebbe avere per creare qualcosa di memorabile come lo show di cui vi ho parlato.
Le prossime settimane saranno molto interessanti, la “Road To Rebellion” continua e allora non mi resta che darvi appuntamento con il prossimo numero dell’Impact Planet e, ancora una volta, con il Pro Wrestling Culture. Where the big boys play.
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“Quoth the Culture. Nevermore.”
Have A Nice Day… YEAH! 🙂
