E chi La notte profonda avvolge il Quartier Generale di Stamford, nera come i recessi del tuo cuore. Solo un pallido raggio di luna squarcia le nubi incombenti, stagliando l’ombra del tuo naso ciranesco sul teschio di dinosauro che domina l’antro di Vince. Il personale dell’enorme palazzo è andato a casa da tempo, ma la tua vigile mente non dorme. Entro il mattino dovrai decidere il futuro del business. Entro l’alba il tuo piano ordito da lustri giungerà ad un punto di svolta. Sei Triple H, sei The Game, e la WWE è il tuo campo da gioco.
Hai atteso per anni, da gran Cerebrale Assassino, per trovarti dove sei ora. Hai finto, tramato, mentito, imbrogliato, colpito alle spalle gli amici, calpestato i deboli, baciato i sederi ai potenti… sei giunto perfino a sposare la figlia del Boss, nel matrimonio più infame che la storia del wrestling ricordi. Non ti è mai piaciuta, quella grassa giovenca dalla voce improponibile, ma hai imparato a sopportarla in nome di un bene superiore: un sacrificio necessario che un giorno avrebbe dato i suoi frutti. Ma il Suocero non si decideva ad andarsene. Quel vecchio maiale! Da sempre sapevi dei suoi intrallazzi con tutte le sue impiegate, e hai pure contribuito a coprirli, insabbiando le accuse e minacciando le vittime perchè tenessero la bocca chiusa. Questo finchè ti si è presentata un’occasione troppo ghiotta per lasciartela scappare.
All’inizio sembrava una sostituzione pacifica. Non poteva restarsene ritirato, l’idiota, fra il plauso e gli onori del pubblico amico? Ma no, il porco continuava a rifarsi sotto e minacciava di riprendersi il posto. Ci avete messo poco, tu e Stephanie, a convincere Janel Grant a far causa alla compagnia, e a fornirle le prove che l’avrebbero sostenuta e fatta trionfare al processo, portando all’immediato licenziamento di Vince dal suo stesso consiglio d’amministrazione. Una mossa da fuoriclasse! Il maestro dello Screwjob è stato fregato! Soffochi l’impulso di una risata. Adesso il POTERE è nelle tue mani, genuino, assoluto e privo di limitazioni. Sei il Re dei Re, e nulla potrà impedirti di sfogare il tuo odio: per Vince, per i fan, e per l’intera disciplina del wrestling.
Perchè tu, questo sport, lo disprezzi da sempre. C’è un motivo se ti eri guadagnato la nomea di lottatore meno professionale mai esistito. La kayfabe era tua nemica personale ed hai cercato in tutti in modi di infrangerla, fin da novellino, con quel maledetto Curtain Call nel quale hai mandato al diavolo le distinzioni fra amici e rivali. Quante ne hai combinate, da allora! Nessuna malefatta ti era aliena: da spifferare a un giornalista, pochi secondi prima di entrare in scena, che ti apprestavi a combattere un match finto, al mostrare in diretta il copione di una puntata, a costruirti per anni una reputazione da heel spietato e malvagio per poi sputtanarla profondendoti in lacrime e abbracci compassionevoli nell’occasione meno opportuna.
Non avrai pace finchè il wrestling non sarà privato della sua dignità, ridotto a una fusione di teatro e ginnastica artistica, e anche il bifolco più ignorante del globo ne parlerà con derisione e disprezzo.
Con questo scopo, hai costituito un roster stracolmo della peggiore feccia in circolazione. Gli atleti potenti, cazzuti e credibili che piacevano tanto a McMahon, li hai fatti fuori uno dopo l’altro con pervicacia ossessiva: nessun big man, powerhouse, forzuto, gigante, colosso può dirsi al sicuro dalla tua mannaja inflessibile. Al loro posto sei andato a riprenderti tutti quei brocchi incapaci che il vecchio demente aveva cacciato perchè inadatti a stare in tv. Certo, il tuo suocero aveva i suoi preferiti e lo faceva pesare, ma prima o poi concedeva un’occasione a tutti, anche a coloro che non poteva soffrire.
Tu non concedi questo lusso ad alcuno. Hai istituito un sistema clientelare così sfacciato e a compartimenti stagni da far sembrare democrazia il regime di Vince: i tuoi leccapiedi servili avranno titoli, gloria, denaro ed esposizione esagerata e continua, mentre chi ha il coraggio di non piegarsi alla tua tirannia sarà messo in panchina, fatto sparire per mesi, o comparirà solo per fare figure da cioccolataio e diventare un pagliaccio in mondovisione.
Va detto, non tutti accettano il tuo modo di fare. La federazione è in uno stato di crisi allarmante, Raw fa registrare gli ascolti peggiori in 30 anni mentre Smackdown sta soffrendo una moria continua di spettatori. Hai eliminato gli house show in patria perchè ormai nessuno ci andava, hai stretto un accordo con Netflix limitando drasticamente il tuo bacino di utenza, ti sei ridotto a esportare ppv in paesi secondari sperando di raccattare qualche dollaro in più. Ma qui sta il tuo colpo di genio: il fan normale, medio, dotato di intelligenza e buon senso non ti può sopportare, ma hai trovato il modo di ottenere l’encomio della gente che CONTA.
Gli smartoni più marci, i troll più feroci, i nerd più frustrati e senza uno straccio di vita sociale. Sono questi gli spettatori che alzano la voce, si fanno notare, determinano il gradimento generale anche se non costituiscono neppure il 12% dell’audience. Una volta manifestavi apertamente il tuo spregio per loro, ma ora ti è molto più utile sfruttarli per i tuoi scopi.
Quanto ti è facile manipolare la loro ingenua faciloneria! Quanto ti diverti a proporre show interamente su misura per loro, con tutti gli indy guys ed internet darlings sparati nel main event senza soluzione di continuità!
Col loro supporto, la WWE è diventata un mero pretesto per dare sfogo al tuo ego. Chi potrebbe essere così sfacciato da mettere il proprio nome, bello in risalto, in chiusura di show che non avevano mai avuto titoli di coda? E chi altri oserebbe cancellare la stipulazione più appassionante mai partorita dalla mente di Vince, le Survivor Series, per rimpiazzarle col tipo di match più obsoleto, noioso, inutile e fallimentare che Dusty Rhodes abbia creato? Chi ridurrebbe le card affollate dei ppv a una misera manciata di incontri, lasciando a casa il 90% del roster, con l’unico fine di mettere in mostra i suoi preferiti? E invece di contrastarti, gli stolti stanno ad applaudirti come tante foche ammaestrate.
Meltzer ormai è un tuo burattino; le dirt sheets sono tue alleate; e chi un tempo ti dava dell’opportunista raccomandato non perdonandoti i tuoi magheggi backstage, ora è in prima fila a tessere le tue lodi. Eppure un ultimo tassello finora ti ha eluso: che cosa potresti mai fare per guadagnarti l’acclamazione perpetua dei citrulli dei social, e liberare la federazione dagli ultimi residui di rispettabilità e di decoro?
Lucifero, la stella del mattino, sorge ad est tra la fitta coltre di nubi. L’Aurora dissolve le tenebre con tocchi di rosa, emblema di quella purezza e candore che da tempo hai negato. La notte ha portato consiglio. Firmi la lettera di licenziamento per Omos, l’ultimo gigante, il lottatore più forte del mondo, pupillo di Vince ed estrema speranza per gli appassionati che anelano un ritorno a realtà e veridicità. E prepari il piano di booking più audace che il tuo ingegno abbia mai concepito: Sami Zayn diventerà campione del mondo alla prossima Wrestlemania. Mesi di show, centinaia di incontri saranno falsificati per questo fine; gli ultimi mark se ne andranno delusi e furiosi, rimpiazzati da una congrega di smart ancora più radicalizzati; la IWC impazzirà di gioia, rendendo la WWE un prodotto di nicchia estrema, costituita solo dai tuoi fanatici adoratori.
E tu sarai riconosciuto come il promoter più eccelso che abbia mai graziato questo umile sport. Un’empia risata erompe dal tuo petto crudele: lo stridulo e rauco cachinno di un mostriciattolo che ha messo da parte le umane sembianze; l’osceno sghignazzo di un demonietto che, con sotterfugi perversi, ha abbattuto un eroe. Da oggi, la decenza rimasta nel wrestling è solo un ricordo. Da oggi, ciò che vi è di più giusto e più sacro non ci proteggerà.
E questa, se volete crederci, è la verità.
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