La 31° edizione dello Showcase of the Immortals è stata memorabile per una serie di motivi. Quello che però, in retrospettiva, è uno dei fatti più clamorosi del periodo, è stato sicuramente il repentino cambio di atteggiamento verso il “Big Dog”, Roman Reigns. Quando alla Royal Rumble 2014 arrivò fino alla fine della Battle Royal, i fan volevano vederlo vincere. Poi, quando col passare dei mesi, si palesavano i primi dissapori tra Ambrose, Rollins e Reigns, la folla stava quasi sempre dalla parte del samoano. Il turn heel di Seth Rollins con conseguente implosione della stable portò Reigns ad un livello di overness altissimo. Ma poi, quando il Big Dog si trovò a competere nella Royal Rumble 2015 ed era in procinto di vincere, il pubblico gli volta definitivamente le spalle e lo sommerge di fischi assordanti dai quali nemmeno il cugino The Rock riesce a “salvarlo”. La WWE ce la mette tutta, mandandolo contro gli heel più antipatici a disposizione e anche facendolo congratulare dai face più amati (come Daniel Bryan), ma niente da fare. Roman Reigns arriva a WrestleMania da face, ma viene pesantemente fischiato durante l’intera Road to WM. Solo che stavolta, i piani sono irremovibili: ha vinto la Royal Rumble e sfida il campione del mondo, e basta.
Altri punti d’interesse dell’evento sono il primo match in WWE di Sting, il ritorno di Undertaker dopo la pesante sconfitta che ha interrotto la Streak, lo straniero cattivo contro l’eroe americano e un Ladder Match per il titolo intercontinentale. Gli acquisti sono solo 259.000, ma ricordiamoci che adesso c’è il WWE Network, disponibile in numerosi paesi, che quindi aumenta la visibilità. Vediamo com’è andata. Dal Levi’s Stadium di Santa Clara, California…
WrestleMania 31
È il 29 marzo 2015 e siamo in uno stadio all’aperto, che è lo stadio di casa dei San Francisco 49ers (NFL). Gli spettatori sono 76.976. Al commento inglese ci sono JBL, Jerry Lawler e Michael Cole, mentre per il pubblico spagnolo c’è il duo Cabrera-Rodriguez. Presenti a bordo ring, ci sono anche i commentatori francesi, quelli tedeschi (di cui fa parte lo storico commentatore Carsten Schaefer) e per la prima volta in quel di WrestleMania, ci sono anche Luca Franchini e Michele Posa. A cantare l’inno nazionale, c’è Aloe Blacc.
I preshow, da poco tempo a questa parte, venivano volentieri trattati come imperdibili, per cui vi si disputava anche qualche contesa di prestigio. Nel primo match del kick-off, Tyson Kidd e Cesaro difendono i titoli di coppia in un Fatal 4 Way Match nel quale sconfiggono gli Usos, il New Day e Los Matadores.
Sempre nel kick-off, si tiene la seconda Andre The Giant Memorial Battle Royal, nella quale assistiamo, tra le altre cose, a Damien Mizdow che smette di fare la controfigura di The Miz, eliminandolo clamorosamente dalla contesa. Ciononostante, è Big Show a vincere il match dopo 18 minuti.
L’opener del main show è un Ladder Match con in palio il titolo intercontinentale, il cui detentore è Bad News Barrett. Gli sfidanti sono Dean Ambrose, Dolph Ziggler, Daniel Bryan, Stardust (Cody Rhodes), Luke Harper e R-Truth. Dopo un opener convincente, vince Daniel Bryan, per la gioia del pubblico. Bryan era reduce di un grave infortunio che lo costrinse a riconsegnare le cinture da campione mondiale vinte a WM30. Questo era il suo piccolo riscatto.
Nel secondo match, si conclude una faida che serve a cimentare il turn face di Randy Orton, messo in disparte in diverse occasioni da parte dell’Authority, che favoreggiava Seth Rollins. I dissapori si tramutarono presto in vero e proprio odio, ed eccoci qui. Ne viene fuori un match di ottima qualità che si conclude con un finale incandescente. Rollins prende la rincorsa e va a segno con il Curb Sto… NO!!! RKO!!! RKO!!! RKO!!! OUT OF NOWHERE!!! 1, 2, 3! Contrattacco grandioso e forse la miglior versione della RKO outta nowhere mai vista.
Segue un grande momento per i fan di vecchia data, soprattutto quelli che ricordano i tempi d’oro della WCW, perché finalmente, dopo 13 anni, l’ultimo grande nome dell’ormai defunta compagnia di Atlanta è approdato in WWE. La sua entrata in pompa magna sottolinea quanto sia significante vederlo allo Showcase of the Immortals.
L’entrata di Triple H, invece, è ispirata al franchise di Terminator. La voce fuoricampo è di Arnold Schwarzenegger e ci dice che è “Time to play the game!”
Non importa se il match sarà in classico in termini di lottato, perché infatti non lo è. Ma entrambi costruiscono i momenti chiave come solo loro sanno fare, appunto hanno la folla nelle loro mani. Quando Sting chiude Hunter nella Scorpion Death Lock, arriva la D-Generation X che sono X-Pac, Road Dogg e Billy Gunn, a dare man forte al Cerebral Assassin. Poi però risuona la musica della nWo e arrivano Kevin Nash, Scott Hall e Hulk Hogan accolti da un boato incredibile. Questo sì che è un WrestleMania Moment. Le due storiche stable si scontrano per la prima e unica volta nella storia. I commentatori cercano di rendere l’idea del “noi contro di loro”, cioè WWE vs. WCW. Dopo quasi 19 minuti, con l’aiuto del suo martellone e di Shawn Michaels che compare dal nulla, Triple H chiude la questione con una vittoria pulita. Si può discutere se sia giusto, ma sappiamo che la WWE non renderebbe mai l’idea che un WCW sia più forte di un WWE. Nel post-match, HHH offre a Sting una stretta di mano. Sting accetta. JBL: “Abbiamo vinto di nuovo!” Gran bel match, non perdetevelo.
Dal backstage, come sempre, c’è un segmento comico, stavolta con Pat Patterson, Roddy Piper (che morirà pochi mesi dopo), Ricky Steamboat, Ric Flair e Bret Hart. A concludere il segmento, c’è come sempre il “DAMN!” di Ron Simmons.
Prima di continuare con lo show, Travis Barker, Skylar Grey e Kid Ink cantano le theme song di WrestleMania 31.
Il prossimo match serve da cooler. Paige ed AJ Lee affrontano le Bella Twins. Non è neanche tanto male, ma nulla di memorabile e di breve durata, con appena 7 minuti. Ok, dai, è di una media assai più lunga di quanto siamo abituati a vedere per un match femminile. Vincono AJ e Paige. La moglie di CM Punk apparirà per l’ultima volta a Raw post-WrestleMania, poi si ritirerà dal quadrato.
Prima del prossimo match, salgono sullo stage i membri della Hall of Fame Class 2015, che sono Arnold Schwarzenegger, i Bushwhackers, Tatsumi Fujinami, Alundra Blayze, Larry Zbyszko, Rikishi, “Macho Man” Randy Savage (postumo) e Kevin Nash. Il nuovo “Warrior Award” è assegnato (postumo) a Connor Michalek.
Il prossimo match è quello per la US Championship. Il campione in carica è Rusev, che arriva a bordo di un carro armato e accompagnato da un (falso) esercito di soldati russi nonché dalla bellissima Lana. Lo sfidante è John Cena, che ricopre anche il ruolo del patriota che si batte per lo spirito americano contro lo straniero cattivo. Il pubblico accompagna la musica d’entrata di Cena con il ritornello “John Cena sucks”. Rusev è ancora imbattuto dal suo approdo nel main roster, quindi per lui, la posta è piuttosto alta. Non che sia un match da ricordare, anche se ce la mettono tutta per coinvolgere il pubblico. Alla fine, come ci si aspettava fin dall’inizio, Cena sconfigge il Bulgarian Brute (grazie ad un clamoroso errore di quest’ultimo che si schianta contro Lana, facendola cadere giù dall’apron) ed è il nuovo campione degli Stati Uniti. Il bello è che dà inizio ad un regno titolato da brividi, con le Open Challenge ogni settimana che ci regalano alcuni match straordinari. Il brutto è che questa prima sconfitta, pur essendo necessaria perché non si può rimanere imbattibile in eterno, non giova per nulla al bulgaro, che perde gran parte della sua aura da forza inarrestabile.
È ora di promo. Stephanie McMahon arriva in compagnia del marito Triple H per annunciare il numero di spettatori presenti. Triple H fa lo spaccone per via della sua vittoria contro Sting, ed ecco che arriva The Rock. Dopo un battibecco che ci lascia sperare in un futuro match tra The Rock e Triple H, il People’s Champion si becca uno schiaffone da parte della Million Dollar Princess. Rocky non picchia le donne (anche se ha rifilato diversi Rock Bottom alla stessa Stephanie durante l’Attitude Era), per cui invita Ronda Rousey, che è seduta in prima fila, a salire sul ring. Succede quel che succede e si arriva alle mani. Ronda mette in fuga l’Authority e rimane sul ring a festeggiare con The Great One. A questo punto, nessuno si aspettava mai di vedere la Baddest Woman on the Planet approdare in WWE in pianta stabile, e non sarebbe successo per ancora tre anni. Ciononostante, è stato un segmento memorabile e tutti speravamo di vedere presto un seguito.
Il prossimo match non ha avuto un’ottima costruzione in quanto solo uno dei due diretti interessati era presente mentre l’altro non è apparso in nessun show prima di WrestleMania. Per molti si trattava comunque di un Dream Match, visto che a scontrarsi, sono i due personaggi horror. Arriva prima Bray Wyatt sicuro di sé. Poi, sotto un enorme boato, fa il suo ritorno la leggenda vivente, The Undertaker. I capelli gli stanno ricrescendo e, nonostante il team di commento continui a ritenerlo più in forma che mai, ci si rende conto con un pizzico di malinconia che anche il Deadman stia invecchiando, infatti ha compiuto 50 anni solo 5 giorni fa (24 marzo). I tifosi cantano “you still got it” per il becchino. Tuttavia, il match è un susseguirsi dei suoi spot chiave e niente di più. Anche questo match vive dell’atmosfera. Il WrestleMania Moment di turno arriva quando Bray Wyatt fa il suo pezzo ispirato al film “L’esorcista”, cioè la camminata a mo’ di ragno e Undertaker si rialza alla sua maniera, incrociando lo sguardo dell’Eater of Worlds. Dopo 15 minuti, Taker si aggiudica la vittoria ed è a 22-1. Giusta scelta, Bray non ha il giusto standing per sconfiggere il Phenom in quel di WrestleMania, Streak intatta o meno che sia. Eravamo felici di rivederlo, anche se più passavano gli anni e più eravamo a dire: “Ormai è meglio per lui se si ritira.”
Siamo giunti al main event. Il campione in carica, Brock Lesnar, arriva in compagnia di Paul Heyman. Lo sfidante è Roman Reigns. Il match è un vero e proprio massacro ai danni del Big Dog, con Lesnar che lo lancia di qua e di là a suo piacimento, per poi urlare “Suplex City,Bitch!” Nonostante tutto, però, non riesce a schienare l’ex Shield. Reigns va a sua volta a segno con ben due Spear e diversi Superman Punch, ma quando sembra prendere definitivamente il sopravvento, Lesnar prontamente risponde con la F5 o con altri Suplex, preferibilmente il German Suplex. Dopo l’ennesimo F5, il Beast Incarnate non ha la forza per schienare lo sfidante e rimangono entrambi a terra. Ma attenzione! Arriva Seth Rollins! Rollins incassa la valigetta del Money in the Bank! Il match si tramuta in un Triple Threat! La folla esplode benché The Architect sia heel. Rollins va a segno con un Curb Stomp contro il campione, poi prova un secondo Curb Stomp, ma viene afferrato dal Conqueror, che viene a sua volta atterrato dall’ennesima Spear di Roman. Rollins connette con il Curb Stomp su Reigns! 1, 2, 3!!! Seth Rollins è il nuovo WWE World Heavyweight Champion! Che finale! Che colpo di scena! Tra i piú grandi mai visti nel main event di WrestleMania, possibilmente anche IL più grande di tutti i tempi. Rollins se la dà a gambe e si ferma poi sullo stage per festeggiare la sua vittoria sotto una pioggia di pyros che concludono la serata in modo sensazionale. Anche il match in sé è stato grandioso, anche se non un classico. Ma che cannonata di finale. Indimenticabile! Conclusione perfetta! Non c’è che dire. WrestleMania 31 si chiude qui.
I match hanno avuto una durata complessiva di 1:38:46 in questo show di 3:59:28 di durata (senza il preshow). Questo ci porta a 41,2% di lottato nel main show. Se poi calcoliamo circa 30-35 minuti tra il promo di The Rock, la Hall of Fame sullo stage e le esibizioni musicali, siamo ad appena 50%. Questo sì che lo considero uno spreco. Capisco che la WWE si voleva contare di più sullo storytelling che sul lottato, ma se nel main show ci metti solo 7 match e hai a disposizione 4 ore, non è che dai l’aria di saper gestire il minutaggio. Ma tant’è…
Come già detto, il prodotto è incentrato più sulle storyline che sulla qualità del lottato, infatti, non ci sono classici di nessun genere, ma perlomeno ognuno ha fatto il suo buon dovere, regalandoci match che – per un motivo o per un altro – piacciono e regalano un sorriso o altre emozioni. L’opener ci ha ridato la possibilità di cantare “YES, YES, YES!” con l’underdog più popolare del secolo, Randy Orton ci ha stupiti con una RKO da brividi, Triple H e Sting è stata un’esplosione di nostalgia, le donne hanno fatto bene, Cena e Rusev ci hanno dato la sensazione da big match, il ritorno di Undertaker è stato un bel momento e Seth Rollins ha fatto la storia incassando la valigetta in quel di WrestleMania, concludendo lo show nel migliore dei modi. Una WrestleMania che si può guardare più di una volta, anche a distanza di anni, senza mai stancarsi. Il mio voto è di 8,5/10. E il vostro? Fatemi sapere!
Per lodi, critiche, minacce, percosse, tangenti, domande, suggerimenti o parolacce potete utilizzare i commenti oppure contattarmi via Facebook, Twitter, Instagram oppure via E-Mail scrivendo a wwevintagecritic@gmail.com. L’archivio dei numeri precedenti lo trovate qui. Per chi volesse lasciare un like al mio blog tedesco, faccia un salto qui.
Appuntamento domani con WrestleMania 32!
Io sono il WWE Vintage Critic, e viaggio nel tempo al posto vostro!
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WrestleMania Ratings (su 10):
WrestleMania 17 – 10
WrestleMania 19 – 9,5
WrestleMania 30 – 8,75
WrestleMania 31 – 8,5
WrestleMania 21 – 8,5
WrestleMania 28 – 8
WrestleMania 20 – 8
WrestleMania 24 – 7,75
WrestleMania 26 – 7,5
WrestleMania 23 – 7,5
WrestleMania 10 – 7
WrestleMania 22 – 7
WrestleMania 3 – 7
WrestleMania 25 – 6,75
WrestleMania 14 – 6,75
WrestleMania 8 – 6,5
WrestleMania 18 – 6,25
WrestleMania 7 – 6
WrestleMania 12 – 6
WrestleMania 29 – 5,75
WrestleMania 16 – 5,5
WrestleMania 6 – 5,5
WrestleMania 27 – 5,25
WrestleMania 15 – 5,25
WrestleMania 1 – 5
WrestleMania 11 – 5
WrestleMania 13 – 4
WrestleMania 5 – 3,25
WrestleMania 2 – 3
WrestleMania 4 – 2
WrestleMania 9 – 1,5