Famouser #36

“Buongiollo amiche e amici di Tuttowrestling, benvenuti al Famouser!!!” Non potevo rompere il ghiaccio meglio di quanto faccia (o facesse, spero proprio che non conduca più nulla) Luca Giurato, e così mi sono ispirato alla sua classica introduzione per proiettarvi nella mia prima personalissima rubrica. Proprio perché personale nelle idee, ma oggettiva nei dati, credo sia corretto dare qualche informazione su di me, in quanto mi piacerebbe che ciò di cui parlerò oggi possa generare un dibattito e confronto anche con chi ha una storia e una cultura diversa dalla mia. Io sono Andrea Cenci, ho 21 anni ed ho una conoscenza approfondita della WWE, soprattutto degli ultimi 20 anni. Seguo i vari show della maggior parte delle altre grandi compagnie, sia di vecchia data che recenti. Non sono un guru, non vi farò alcuna lezione, ma sto per affrontare un argomento molto chiacchierato, e vorrei farlo in un modo analitico e parecchio diverso dal solito: RATING WWE (2019).


Questo è un dato sotto gli occhi di tutti. Gli ascolti, ormai da anni va detto, sono in calo, per usare un eufemismo. A mio avviso questo va ricondotto a due cause principali: streaming illegale e tipologia del prodotto. Della prima sento pochissimo parlare, ma in realtà sta incidendo tantissimo, e non solo nel wrestling. Perché sorbirmi 3 ore di show con tanti momenti inutili e ripetitivi se la mattina dopo posso gustarmi gli highlights di 40 minuti su YouTube? Perché pagare un abbonamento al Network se cliccando su Google “Summerslam streaming” posso gustarmi il ppv senza spendere un centesimo? Ecco, tutti questi ragionamenti hanno portato molti utenti a “rubare gli ascolti” alla WWE. È vero che oggi giorno i rating per questa federazione non sono più importanti come una volta, nonostante questo restano alla base degli accordi contrattuali sulle emittenti televisive. Pensiamo al Regno Unito: fino a poco tempo fa era il paese in Europa che più strizzava l'occhio in casa WWE, e adesso? Adesso gli ascolti vanno a picco, e c'è il serio rischio che Sky UK non rinnovi la sua programmazione il prossimo anno. Per la WWE sarebbe un vero fallimento, considerato quanto è stato investito in quel territorio (vedasi NXT UK). Eppure… Eppure quanto farebbe la differenza che ci fosse qualche decina di migliaia di ascolti in più? Nell'ottica della dirigenza di Sky, molto. E casomai quelle stesse decine di migliaia di utenti non sono persone che hanno semplicemente smesso di seguire wrestling, bensì gente dedita alla pirateria.

Ve lo dico da ragazzo che, navigando su Internet giorno e notte si imbatte ogni due per tre su questi siti: state distruggendo l'industria. Anche a me è capitato di guardare illegalmente qualche evento, e sinceramente di questo me ne vergogno, ma non avevo la maturità adatta per capire cosa stavo facendo. Perché è facile mettere in ballo la crisi, i bassi stipendi eccetera, non ci vuole molto per racimolare i soldi per un abbonamento o acquistare un singolo evento. Basterebbe semplicemente rinunciare anche a un caffé al giorno, se si hanno problemi economici. Ma da quello che vedo con i miei occhi, molte persone spendono il proprio denaro nei modi più futili possibili, eppure piangono dalla mattina alla sera. E alla fine, guardano in streaming. La mia idea è che alcuni, invece, utilizzerebbero lo streaming illegale anche se fossero miliardari, semplicemente perché “è più facile”. Ed è dura cambiare questi comportamenti. Però voglio tentarci, portando qualche esempio a supporto.

Vi siete mai chiesti perché in Italia ci sono così pochi house show WWE o anche perché la stessa federazione possa permettersi di annunciare e poi cancellare gli stessi senza pensarci due volte? Ve lo spiego io: gli ascolti su Sky vanno malissimo. Non sono autorizzato a comunicarne la cifra esatta, ma si tratta di dati estremamente preoccupanti. Su Cielo l'audience fa il suo, ma nel complesso l'Italia è vista come un Paese di serie B o addirittura C dalla WWE. E una compagnia dall'altra parte del mondo ha solo due parametri per valutare se il suo prodotto fa presa in un paese molto lontano: vendita del merchandising e ascolti TV. È chiaro che, se i fan passano da Sky a siti pirata e gli ascolti calano vertiginosamente, la federazione penserà che quel paese sta perdendo interesse nella disciplina, e si comporterà di conseguenza.

Ovviamente la WWE ci ha messo del suo con un prodotto di cui non sto qui a discutere, ne parlano molto professionalmente i miei colleghi. Però nel corso dei mesi, diciamocelo, qualche episodio di RAW o SmackDown è stato abbastanza godibile, eppure non c'è mai stato il cambio di rotta nei rating. Questo perché, come dicevo prima, quella del “non pago perché il prodotto fa schifo” è in realtà solo una scusa ( per tanti, non per tutti per carità) per non pagare. Ciò è controproducente, perché se per una volta writers e gm si sforzano di costruire show migliori, ma poi i risultati non arrivano, casomai smettono proprio di provarci: possono raggiungere le stesse cifre anche con il minimo sforzo.

In tutto questo il pubblico illegale sta contribuendo a quello che secondo me è il pericolo più grande per un fan di wrestling moderno: l'avvento dell'Arabia Saudita ( e più in generale dei paesi del Medio Oriente). Fatemi fare una premessa: la WWE, indipendentemente da cosa avessimo fatto noi fan, avrebbe cercato accordi con questi paesi molto ricchi, e ci saremmo comunque sorbiti un ppv completamente inutile come Stomping Grounds. Però questa apparente perdita di interesse da parte di molti Stati europei e la caduta dei rating anche in USA sta spingendo sempre più a creare un legame indissolubile con gli arabi. Perché dovrebbe essere un male? Semplicemente perché gli arabi sono lontani anni luce dal wrestling che vogliamo noi. Sembra abbiano scoperto da poco l'attitude era, gli incontri da loro richiesti lo dimostrano. Immaginatevi ora se lo stile della WWE dovesse adattarsi progressivamente alle esigenze del popolo arabo: anche se si giungesse a un compromesso, ci ritroveremmo con un prodotto ancora più vecchio, con ex wrestler che effettuano ritorni a caso per combattere match senza senso e senza nulla in palio. Ma anche no, già ci basta l'Undertaker.

Ora, spero che abbiate capito che non sto dando la colpa a noi fan di wrestling per quanto sta accadendo. Dico semplicemente che noi abbiamo la possibilità di influenzare il prodotto della WWE in un modo che forse neanche concepiamo. Anche perché la federazione sa perfettamente che ci sono fan, come il sottoscritto e la maggior parte delle persone che frequentano questo sito, che preferiscono un wrestling più smart e più elaborato nelle trame, una sorta di serie tv studiata a lungo termine: però al tempo stesso troppi di quelli come noi non sostengono l'industria.

Vi faccio un altro semplicissimo esempio. Wrestlekingdom 11 fu un evento molto chiacchierato in Italia. Per tutto l'anno, girando per YouTube, non riuscivo a non leggere decine, centinaia, migliaia di commenti riguardo i vari match, anche sotto video della WWE. “Vince dovrebbe imparare dalla NJPR”, “Styles vs Nakamura, quello sì che è un match, non come quelli della WWE”, “Okada wrestler dell'anno” e via dicendo. Sembrava che ogni fan di wrestling avesse visto l'evento, in modo canonico. Eppure ho saputo da una fonte attendibile che l'evento era stato visto in modo legale da circa 100 persone in tutta Italia. Capite quello che vi sto dicendo? Se teniamo alla qualità, a ciò in cui crediamo, allora dobbiamo sostenerlo. Anche se la WWE è un'azienda milionaria. Finché non faremo la differenza, Vince si dedicherà ai bambini, che poi sono quelli che costringono i genitori a comprare le t-shirt di Roman Reigns.

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