WWE.com dedica un lungo articolo alla ROH

Seth Rollins

Nella giornata di mercoledì, il sito della WWE ha pubblicato un lungo articolo dedicato alla Ring of Honor e all'impatto che questa ha avuto sulla WWE nel corso degli anni. Nell'articolo vengono intervistati Daniel Bryan, Antonio Cesaro, Seth Rollins, Colt Cabana e Gabe Sapolsky, uno dei co-fondatori della compagnia. Da notare che nell'articolo viene menzionato diverse volte anche CM Punk, dunque è ragionevole credere che originariamente fosse stato intervistato anche lui per l'articolo e che le sue risposte siano poi state rimosse data la delicata situazione del wrestler all'interno della WWE. Di seguito la traduzione integrale dell'articolo.


“L'INFLUENZA DELLA RING OF HONOR: COME UNA PICCOLA COMPAGNIA DI WRESTLING HA AVUTO IMPATTO SULLA WWE”
DI ZACH LINDER

Nell'autunno del 2005 600 fan si riunirono in un piccolo centro ricreativo nella contea di Suffolk a meno di cinque chilometri a nord dalla Long Island Expressway per guardare uno show di wrestling presentato da una compagnia chiamata Ring of Honor. In uno dei main event di quella sera, un impavido grappler alto circa 1,70 sconfisse un caparbio wrestler del sud per il ROH World Championship dopo più di 30 minuti di azione senza sosta. Chi erano quei due uomini? Daniel Bryan e Jamie Noble. Oggi sono due degli individui più importanti in WWE. Bryan è una delle stelle più grandi della compagnia e Noble è diventato un produttore chiave ed un mentore dello spogliatoio.

Per una compagnia che i più riconoscono per la scena culmine nel film nominato agli Oscar “The Wrestler, la Ring of Honor ha sviluppato una base di fan hardcore coltivando uno stile al tappeto unico ed un'agenda impressionante di talenti in-ring. Bryan e Noble non sono gli unici due ad essere originari della grintosa organizzazione con base in Pennsylvania. Sin dalla genesi della ROH nel 2002 diverse delle sue stelle sono riuscite ad arrivare nel roster della WWE. Molti hanno vinto un titolo massimo e altri stanno aspettando dietro le quinte in Florida a NXT. Anche una delle allenatrici principali di NXT, Sara Amato (conosciuta principalmente come Sara Del Rey – ndr), è stata una stella importante in Ring of Honor.

Negli ultimi 10 anni, mentre sempre più ex wrestler della Ring of Honor trovavano la loro strada sotto i riflettori di Raw e SmackDown, c'è stato un cambio notevole nello stile di wrestling e nella tipologia di stelle che sono salite al top in WWE. Ma come ha fatto una compagnia che non è mai nemmeno andata in onda in semplici trasmissioni di sport-entertainment via cavo? Per scoprirlo ne abbiamo parlato con alcuni degli uomini responsabili.

I Protagonisti:

• DANIEL BRYAN – Il due volte WWE Champion divenne noto come uno dei più grandi wrestler del mondo durante il suo periodo in Ring of Honor e fu uno dei World Champion che regnarono più a lungo in ROH.
• ANTONIO CESARO – Prima di divenire un Real American, Cesaro era il membro “Molto Europeo” dei due volte Ring of Honor Tag Team Champions i Kings of Wrestling, una delle più grandi coppie della ROH.
• SETH ROLLINS – Lo Shield non è stata la prima stable di Rollins. Si è unito alla Ring of Honor nel 2007 come mebro dell'Age of Fall, ha vinto i Tag Team Championship due volte e ha detenuto il World Title per sette mesi proprio prima di arrivare in WWE.
• COLT CABANA – Il conduttore di podcast e comico del ring ha avuto due stint da grande stella in Ring of Honor, prima e dopo una tazza di caffè in WWE.
• GABE SAPOLSKY – Il protégé di Paul Heyman ha co-fondato la Ring of Honor poco dopo la chiusura della ECW ed è rimasto uno dei suoi produttori principali durante la maggior parte della decade seguente.

WWE.COM: Come ha cominciato la Ring of Honor?

GABE SAPOLSKY: All'epoca lavoravo presso una compagnia video che faceva parte della ECW. Quando la ECW fallì lasciò un vuoto per quella compagnia video. Fondamentalmente decidemmo che avremmo potuto riempire quel vuoto noi stessi fondando una nostra compagnia. Sono stato molto fortunato ad essere un protégé di Paul Heyman in ECW, ho imparato molto da lui. Paul era estremamente generoso nel suo ruolo di mentore e lo è ancora oggi. Le sue lezioni riguardavano la presentazione dei wrestler, evidenziando i loro punti di forza, nascondendo quelli deboli, raccontando una storia ed il modo migliore per coinvolgere i fan nel tuo prodotto e guadagnare la loro lealtà verso il tuo brand. Ed io sono stato capace di prendere quelle nozioni e di usarle per avviare la Ring of Honor.

SETH ROLLINS: Quando la Ring of Honor ha cominciato la prima volta io ero un adolescente. Internet iniziò ad essere bombardato da video online e roba del genere. Loro furono la mia prima esposizione verso il wrestling indipendente e mi innamorai del loro atletismo. C'erano ragazzi come Daniel Bryan, Low Ki, AJ Styles, Amazing Red, c'erano ragazzi che facevano cose che io non avevo mai visto fare da nessun'altra parte nel professional wrestling. Mi colpì tantissimo.

WWE.COM: Stavi provando a ricreare la ECW con la Ring of Honor o credevi di farne una cosa a sé?

SAPOLSKY: Era assolutamente una cosa a sé, ma prese il posto della ECW a metà degli anni 2000 in quanto divenne la preferita di internet e la preferita dei fan di vecchia data. Si assunse il ruolo di essere la prossima realtà “in”, una promozione clandestina in cui i wrestler potevano esibirsi nella loro arte. L'obiettivo era mettere in mostra il miglior talento del mondo e lasciarli crescere come performer.

ROLLINS: C'erano così tante somiglianze. Con Gabe a capo della barca c'era la stessa sorta di vibrazione, che lasciava presagire qualcosa di nuovo. Ma la cosa incredibile fu che Gabe andò nella direzione totalmente opposta. La ECW era sangue, interiora e follia, ma la Ring of Honor era il wrestling puro, il rispetto, l'atletismo ed un codice d'onore – e i fan avevano una passione incredibile per esso. Successore spirituale della ECW è un modo perfetto di definirla perché creò la stessa vibrazione sotterranea, gutturale che suscitò la ECW ai suoi inizi.

COLT CABANA: Era il prospetto principale in cui i fan di wrestling alternativo avrebbero potuto affondare i denti. Non credo che lo stile fosse lo stesso, ma l'idea che i fan di wrestling volessero un'alternativa era la stessa. Era il miglior prodotto disponibile per fornire un'alternativa alla WWE.

WWE.COM: Come sei finito in Ring of Honor?

ROLLINS: Ho cercato la loro struttura di allenamento e mi sono trasferito in Pennsylvania, ma non avevo idea di quanto denaro mi servisse per vivere lì da solo [ride]. Pensavo “Accidenti, ho 18 anni e non so cosa sto facendo”. Per cui fui costretto a tornare a casa. Semplicemente non potevo farcela. Mi iscrissi ai provini e passai. Fu un allenamento estenuante di due ore in cui ci fecero fare di tutto – centinaia di flessioni, scatti e chilometri di corsa. Stavano provando a farci vomitare e arrendere. È stato piuttosto brutale. Ricordo che era la settimana dell'11 settembre 2004 e faceva caldissimo. Pensai di stare per morire, ma ce la feci. [L'allenatore] disse che avevamo molto potenziale e questa cosa mi entusiasmò moltissimo.

ANTONIO CESARO: Avevo uno show con un amico e loro avevano uno dei loro provini alla “o la va o la spacca” nel New Jersey. Io rischiai la seconda, ma feci bene. Fui assunto e lottai contro Nigel McGuinness nel mio primo vero match in ROH e contro Alex Shelley nel secondo. Quindi iniziai a lottare in Ring of Honor prevalentemente per il ROH Pure Title contro Nigel. Quando Chris Hero arrivò durante il feud tra ROH e [Combat Zone Wrestling], tradii la ROH e mi unii alla CZW. Fu l'esordio dei Kings of Wrestling.

CABANA: Quando la Ring of Honor stava cominciando a fare i primi eventi io stavo facendo il mio primo show sulla costa est alla ECW Arena a Philadelphia per la 3PW, la federazione di wrestling di Blue Meanie. Produssi questa videocassetta chiamata “Il meglio di Colt Cabana” e credo che il match che colì Gabe Sapolsky fosse un 2-Out-Of-3 Falls match che avevo fatto a St. Paul, nel Minnesota. Gabe si accorse che questo aveva l'aria di essere un grande match e capì come trasportarlo nel prodotto della Ring of Honor.

ROLLINS: La Ring of Honor era il posto in cui aspiravo ancora di lavorare, perché idolatravo il fatto di poter andare lì. Avevo partecipato alla Wrestling Society X di MTV con Jimmy Jacobs. Lui disse di me al fondatore della Ring of Honor Gabe Sapolsky e Gabe mi portò alla compagnia consociata della Ring of Honor in Florida [la Full Impact Pro]. Lottai contro Jay Briscoe in un match singolo e Gave mi portò fuori e disse: “Adoro il tuo stile e voglio portarti in Ring of Honor, per cui ti offrirò un contratto per tre anni”. Avevo 21 anni e appena se ne andò io iniziai ad esultare. Ero fuori di me dalla felicità.

WWE.COM: Come descriveresti lo stile in-ring della Ring of Honor?

ROLLINS: Era un ibrido folle di stili diversi – strong style americano con un po' di influence dalla lucha e questo atletismo folle impossibile da trovare altrove.

CABANA: La All Japan Pro Wrestling dei primi anni '90 fu una grande influenza. Gente come Kenta Kobashi, Mitsuharu Misawa, Toshiaki Kawada. Era uno stile vigoroso con colpi potenti, spirito combattivo, meno wrestling in stile cartoon e più azione atletica. Era filtrato tutto dalla scena di wrestling indipendente ed il tutto è culminato quando la Ring of Honor è partita.

ROLLINS: Il wrestling non è apprezzato come forma artistica come dovrebbe essere. E in quanto arte, ogni cultura di professional wrestling nel mondo ha un modo differente di vederlo. La cosa fantastica che la Ring of Honor fu in grado di fare fu di prendere in qualche modo tutte queste culture mondiali – lo stile giapponese, quello messicano, quello europeo di fare professional wrestling – e di essere in grado di fonderle in questo nuovo archetipo americano di ciò che il pro wrestling dovrebbe essere su un ring. Erano le caratteristiche fondamentali della lotta. La Ring of Honor si basava su colpi duri e ritmo elevato ed è stata in grado di capitalizzare su questo magnifico amalgama di stili che non poteva essere ammirato in nessun'altra parte del mondo all'epoca.

CESARO: Per quanto mi riguarda non c'era un solo stile. Non importava che tipo di match fosse. Non importava se fosse hardcore, tecnico, high-flying o qualsiasi altro. Se era un buon match i fan erano coinvolti. Tutto riguardava il wrestling ed era questo che lo rendeva così speciale. Per esempio Colt Cabana fa molto comedy, ma i fan lo amano allo stesso modo in cui amano Daniel Bryan, che è molto serio e tecnico.

SAPOLSKY: Lo stile enfatizzava l'atletismo, enfatizzava la libertà di esibirsi sul ring e permetteva ai wrestler di esprimere la loro arte nel modo in cui lo ritenevano consono. Era l'ambiente che avevamo creato.

WWE.COM: Che genere di talento avevano i ragazzi che hanno avuto successo in WWE?

SAPOLSKY: Credo che nell'avere successo in WWE la fortuna non c'entri nulla. Se un wrestler è in grado di connettersi al pubblico non importa se siano 500, 300 o 100 persone. Se hanno ciò che serve per essere un main eventer saranno in grado di connettersi anche sulla più grande piattaforma della WWE, davanti a 15.000 persone o in pay-per-view. È ciò che ha fatto CM Punk, è ciò che ha fatto Daniel Bryan ed è ciò che ha fatto Dean Ambrose.

ROLLINS: La WWE è sempre stata il mio obiettivo finale. Sono cresciuto guardandola, l'ho amata, sapevo che era l'unico posto in cui potercela fare nel lungo termine all'interno del professional wrestling. Ma la Ring of Honor era un posto in cui volevo affinare le mie qualità. I migliori del mondo lavoravano [in Ring of Honor] ed io volevo essere sul ring con loro su base stabile. Sapevo che mi avrebbe preparato per fare il salto verso la WWE.

SAPOLSKY: Sapevo che avrebbero avuto un percorso più lungo davanti a loro, ma sapevo quanto fossero dotati come performer e anche che tipo di persone fossero. Sapevo che sarebbero stati in grado di lottare contro il sistema e contro il tempo atmosferico nonostante qualsiasi tempesta si fosse fatta loro incontro per arrivare lì. Sapevo che sarebbero stati in grado di conquistare la cima.

WWE.COM: Vedi elementi dello stile della Ring of Honor qui in WWE?

CESARO: Sì, certamente. Ci sono molti ragazzi giovani che vogliono mostrare a tutti quello che sanno fare. Tutti noi abbiamo lo stesso orgoglio. Vogliamo riempire le arene e ripagare i fan del loro denaro ogni singola volta. Abbiamo molto orgoglio per ciò che facciamo ed è ciò che sento nello spogliatoio.

DANIEL BRYAN: Credo che la più grande influenza sia che i ragazzi della Ring of Honor abbiano dovuto lavorare molto duramente per arrivare qui. Quando tutti lavorano duro, tutti gli altri devono portare il loro gioco ad un livello superiore. Ad esempio, se io vado lì fuori e disputo un grande match, avevo bisogno di farlo per rimanere rilevante. Quando lo Shield va lì fuori e fa a pezzi ogni singolo show televisivo, gli altri ragazzi devono salire di livello. La gente pensa “Un momento, quel match dello Shield è stato molto meglio di quell'ultimo match”. Credo che tutti debbano competere per essere il migliore e al momento credo che il prodotto in-ring della WWE sia migliore di quanto sia mai stato prima.

SAPOLSKY: Ci sono sicuramente elementi di ciò che avrebbero fatto in Ring of Honor e, allo stesso tempo, hanno perfezionato le cose per il sistema WWE. È abbastanza strano per me vedere match di quel tipo sugli schermi della WWE, devo ammetterlo. È sempre strano per me vedere un match come CM Punk vs Seth Rollins perché sono praticamente due generazioni della mia carriera da produttore. CM Punk non ha mai incrociato il sentiero di Seth Rollins in ROH, ma ora si sono scontrati l'uno contro l'altro. È una questione generazionale per me.

ROLLINS: Penso ci sia un lento cambiamento, ma non avverrà tutto in una volta. E infatti non dovrebbe essere così. Dovrebbe avvenire poco per volta. Tu aggiungi piccoli elementi e lentamente i fan iniziano ad imparare e ad apprezzarli per ciò che sono. Poi i nostri fan, senza saperlo, iniziano a volere più quello rispetto a ciò che avevano prima. Non vogliono uno stile lento e laborioso. Vogliono uno stile dal ritmo elevatissimo, esplosivo, con Daniel Bryan che corre ovunque, prende a calci tutti e si lancia attraverso le corde. Loro lo vogliono. E non sapevano nemmeno di volerlo prima che lui iniziasse a farlo, a poco a poco. E ora lui produce le rimonte più eccitanti del wrestling. Le arene impazziscono e non sapevano niente del genere all'inizio. Bisogna insegnare al pubblico a poco a poco che è questo ciò che vogliono.

SAPOLSKY: È una progressione naturale. Lo stile di chiunque necessita di cambiare nel corso degli anni. Quando hai 30 anni non puoi lottare allo stesso modo di quando ne avevi 22, ma sicuramente vedi gli elementi giusti. Ma i momenti in cui sono più orgoglioso sono quelli in cui vedi quei ragazzi e noti che hanno la fiducia in se stessi per stare nel main event. Sanno come portare avanti una compagnia. Sanno come connettersi al pubblico. E sento che questo è qualcosa che noi gli abbiamo dato la possibilità di fare in Ring of Honor.

WWE.COM: Quando vai sul ring con qualcuno che hai affrontato in Ring of Honor c'è una tacita complicità che vi permette di lottare in uno stile familiare ad entrambi?

CESARO: Se vai sul ring con qualcuno più e più volte inizi a comprendere come si comporta sul ring. Sono nel business da 13 anni al momento e conosco Bryan da otto o nove anni. Abbiamo lottato tantissimo, ma il trucco è trovare quel tipo di connessione con qualsiasi avversario che affronti.

ROLLINS: Quando eravamo tutti insieme in Ring of Honor credo che non ci fosse bisogno di parlare, perché tutti noi sapevamo di voler cambiare il business. Volevamo che lo stile sembrasse differente, volevamo essere i ragazzi al top e sapevamo che avremmo potuto portare l'intero business in una direzione diversa se ne avessimo avuto l'opportunità. Ci siamo spinti l'un l'altro nel migliorare molto di più di quanto avremmo pensato di poter fare. E ora che siamo qui in WWE siamo gli ultimi ragazzi nello spogliatoio ogni sera prima del main event. Per cui siamo pieni di orgoglio. È una cosa che ci rende umili ripensare a dove siamo partiti e poi guardare dove siamo arrivati ora.

BRYAN: Se dovessi prendere ognuno di noi e metterci in WWE cinque anni fa sarebbe uno stile completamente diverso da chiunque altro. Ma ora diversi di noi si sono adattati ad un ibrido di tantissimi stili diversi e così ora quando andiamo là fuori e ci affrontiamo tra noi lo stile prende semplicemente forma. Ed p qualcosa di diverso da ciò che molta gente aveva visto prima in WWE.

WWE.COM: C'è spirito di squadra nel backstage tra i ragazzi arrivati dalla Ring of Honor?

BRYAN: È più una sorta di rispetto. Non parliamo necessariamente tutto il tempo, ma c'è quel tipo di rispetto che nasce dall'essere venuti tutti dallo stesso posto. E non vedo l'ora che [la Superstar di WWE NXT] Sami Zayn prima o poi venga su anche lui, perché ha condiviso quel viaggio con molti di noi. Ci sono alcuni ragazzi fantastici che stanno arrivando o che non sono ancora arrivati in TV.

CABANA: Siamo stati tutti in grado di capire cosa stavamo facendo bene e cosa male in quanto wrestler, performer e artisti. Quel processo è ciò che ci ha spinti insieme. C'è quel tipo di legame per cui affronti quella battaglia senza grandi compensi e con poco tripudio, solo per l'amore del professional wrestling. Per cui, ovviamente, quando sono nello spogliatoio con un ragazzo sappiamo che abbiamo lottato insieme. Abbiamo aiutato a modellare una generazione di wrestling su una scala indipendente.

WWE.COM: L'Authority dice spesso in TV che Daniel Bryan non ha il look giusto per essere “il volto della WWE”. Pensato che il modello a cui dovrebbe assomigliare una Superstar al top stia cambiando grazie ad alcune delle stelle arrivate dalla Ring of Honor?

ROLLINS: Direi dì sì, sì. È una cosa reale. Se si guarda alla storia di chi è stato un volto primario della WWE, Hulk Hogan e Ultimate Warrior sono stati coloro per cui la gente applaudiva. Il bodybuilding era più importante all'epoca. Arnold [Schwarzenegger] era enorme e quello era il look da seguire. Con il passare del tempo le MMA hanno iniziato a farsi strada sempre di più ed il look di un lottatore, di un uomo pericoloso, ha iniziato a cambiare e ad evolversi. Ciò si è spostato anche sul professional wrestling ed è diventato più facile per la gente credere in ragazzi della nostra taglia ma che avevano una serie di abilità straordinarie. Non dovevamo avere un aspetto erculeo per essere competitivi. E io credo solo che sia stato un passaggio culturale, non un passaggio limitato alla WWE.

CABANA: Shawn Michaels sarebbe stato un magnifico wrestler della Ring of Honor se questa fosse stata in giro nei primi anni '90. Non è che l'idea di wrestler più piccoli e più atletici sia cominciata con la Ring of Honor. È in giro da sempre. La Ring of Honor è stata solo una piattaforma per permettere a questi ragazzi di emergere. Ragazzi come Bryan ed Evan Bourne sono diventati così bravi in quello stile perché sono stati in Ring of Honor per così tanto tempo, sono stati respinti dalla WWE per così tanto tempo, ma hanno continuato a crederci essendo consci che questo è ciò che amano fare. È diventato innegabile. Questi ragazzi hanno lavorato durante tutta la loro carriera. Bryan ha lottato davanti a 40.000 persone nel Tokyo Dome ed è diventato un Rookie di NXT. Ha lavorato per arrivare lì perché è così bravo in ciò che fa che non può non essere riconosciuto per questo. La gente vedrà il suo talento e quanto sia bravo.

BRYAN: Credo che stia cambiando. E non riguarda solo i ragazzi della ROH, riguarda anche ragazzi come Dolph Ziggler. Dolph va là fuori e lotta grandi match. È solo questione che la gente se ne renda conto affinché possiamo catturare il pubblico e farli rimanere sintonizzati, bisogna andare lì fuori e lavorare duro e devi essere un buon wrestler.

CABANA: Si è sempre detto che la crew della ECW fosse costituita da un branco di disadattati. E la crew della Ring of Honor era composta da tutti questi wrestler molto bravi e atletici che forse non erano alti abbastanza per stare in WWE. Avevamo tutti questa sfida da vincere poiché tutti noi sapevamo di essere bravi abbastanza da essere wrestler trasmessi in TV, ma tutti pensavamo che la WWE credesse che eravamo troppo piccoli. C'era un periodo in cui non c'era alcun interesse in [Cesaro].

Molti di noi sentivano di poter sfondare e non capivamo perché la WWE non ci prestasse attenzione. Ciò fece crescere un legame in molti di noi. E a causa di quel legame noi eravamo amici in OVW. Abbiamo girato il mondo insieme provando a dimostrare che eravamo i migliori wrestler che avremmo potuo essere e che eravamo atleti di alto calibro.

WWE.COM: Come applichi ciò che hai imparato dalla tua esperienza in Ring of Honor nei tuoi attuali match in WWE?

ROLLINS: Io credo di portare allo Shield la mia esperienza nel lottare nei main event. Quando ho lasciato la Ring of Honor ero il ROH World Champion. Non è solo un titolo, è una cosa vera. Ragazzi che erano venuti prima di me – Samoa Joe, Jamie Noble, Daniel Bryan, Low Ki – questi erano ragazzi che erano campioni rispettatissimi e che avevano portato quel titolo in giro per il mondo facendogli acquisire un valore.

Per cui quando ebbi il titolo io mi trovai a dover rispettare quelle aspettative e non solo a dover innalzare il mio livello di intensità sul ring, ma anche il modo in cui mi gestivo, il modo in cui mi presentavo al pubblico. Ho fatto esperienza come l'uomo da battere nella Ring of Honor. Questa è stata una qualità che sono stato in grado di portare da subito nello Shield. Non rimarrò in secondo piano o farò finta di non appartenervi. Io vi appartengo.

SAPOLSKY: Bryan ha sempre avuto l'abilità di prendere una cosa infinitesimale e di renderla estremamente popolare tra il pubblico. In Ring of Honor eseguiva mosse alle corde e urlava [all'arbitro] “Posso farlo fino al cinque!”- Era una cosa banale, ordinaria che Bryan rese una delle parti più popolari del suo match. Stessa cosa ha fatto con lo Small Package. Bryan ha preso un normale Small Package, che è una manovra basilare come poche, e l'ha resa una finisher accettabile. Ha sempre avuto questa inspiegabile abilità di prendere le piccole cose e farle esplodere. Ora lo stiamo vedendo all'opera su un palcoscenico gigantesco con il coro “Yes!”. È solo una parola. È sempre stata in giro, ma nessun altro l'ha trasformata in un fenomeno come ha fatto Bryan sul più grande palcoscenico esistente.

CESARO: Gabe una volta mi ha detto: “Devi andare a scuola per circa 10 anni per diventare un dottore e ci vogliono circa 10 anni nel wrestling per arrivare a quel livello”. Per me è un lusso lottare davanti a otto persone, poi 20, poi centinaia e adesso di fronte a decine di migliaia di persone. Inizi a sviluppare un attaccamento al pubblico. Più partecipi ai match e più hai esperienza alla quale fare riferimento. Ho un'esperienza tale con i tag team che so cosa questi dovrebbero o non dovrebbero fare e provo a trasporlo nel tag team in cui sono oggi e provo a trovare nuove cose per renderlo migliore. Tu devi sempre provare a migliorare ed è ciò a cui è servito l'ambiente della ROH. C'erano così tanti ragazzi affamati e che volevano semplicemente migliorare. Non potevi sederti lì e rilassarti. Ora c'è gente là fuori che dà il 110% ogni singolo giorno, quindi è questo ciò che devi fare solo per rimanere quantomeno competitivo.

ROLLINS: Ho amato la Ring of Honor. Ho amato il tempo trascorso lì e penso che sia stato davvero cruciale per il mio sviluppo, non solo come wrestler ma come persona. Mi rende orgoglioso sapere che ciò per cui ho lavorato duro sarà apprezzato e che la gente ci terrà. Il solo fatto di stare riconoscendo tutto ciò e che ci sia un argomento di discussione del genere all'interno del WWE Universe è fonte di un immenso orgoglio nel mio cuore.

Scritto da Lorenzo Pierleoni
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