The Pedigree #308 – YEAR IN COLOR

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Perché, quindi, votare Jeff Hardy come Wrestler dell'anno?


In primis, va detto, rimane quanto mai vigente la regola latina secondo la quale i gusti non si discutono. Specialmente nel mondo del wrestling, dove data la predeterminazione e la mancanza di competitività viene meno il concetto di vittorie = successo, ma dove anzi (e mi permetto di aggiungere per fortuna) sono ancora le emozioni a farla da padrone. In seconda battuta lascio perdere qualsiasi accenno alle solite e tritissime diatribe WWE vs. TNA, che non solo hanno ormai fatto il loro tempo ma che mi fiaccano ancora prima di cominciare.
Detto questo, mi viene difficile non ritenere questo 2007 un anno dorato per il più giovane dei fratelli Hardy.

Ci sono incontri, infatti, che si vendono da soli.
Incontri che hanno bisogno di poco hype, che nemmeno necessitano di una storyline elaborata alle spalle per far contento il pubblico; incontri insomma che già alla vigilia si preannunciano come un successo al botteghino. Prendete ad esempio HHH vs. John Cena, in quel di Wrestlemania. Da un lato un campione quanto mai controverso, che ha nettamente diviso il pubblico e che stenta, in qualità di top face, a farsi amare da tutti. Dall'altro uno dei personaggi maggiormente di spicco degli ultimi anni, una futura leggenda del business, uno che da tempo viaggia con la cintura alla vita e che non sfigurerebbe con un altro regno sulle spalle. Aggiungete il desiderio dei fan di vedere il titolo lontano da Cena, nonché il fatto che ultimamente a HHH non è andata molto bene allo Showcase Of Immortals e che un'inversione di rotta potrebbe essere prossima, ed avrete ottenuto il successo dell'anno. Anzi, non servono neanche match elaborati o mosse spaccacollo per divertire il pubblico. Basterebbe soltanto che i due lottatori si prendessero un po' a pugni, mettessero a segno le rispettive finisher e poi dessero il via al classico balletto di finti count-out e rapidi pin per rendere felici i paganti.

Ben diverso, invece, è il discorso quando il vostro incontro è il primo della giornata.
Quando dovete andare la fuori per scaldare il pubblico, per renderli subito entusiasti indipendentemente da quella che è la card dello show, e voi mica lo sapete che pubblico vi aspetta. Ci siamo noi italiani, capaci di regalare a Masters e Supercrazy i più grossi boati della loro carriera, e poi ci sono quelli iper-smart che tacciono per tutto lo show. Eh, voi mica lo sapete prima, però. Vi dicono di andare là fuori, e magari se il pubblico sta zitto per tre ore di fila vi dicono pure che è colpa vostra. Anche se la card faceva schifo e se i match erano inguardabili. Non è così facile come sembra.

Quindici sono stati i pay-per-view che la WWE ha prodotto nel 2007. Sei sono state le volte in cui Jeff Hardy – in singolo, in coppia oppure in incontri misti – ha aperto le danze. Senza ma fallire nel suo obbiettivo, scaldare il pubblico per i propri colleghi. Ed inoltre, se si esclude Vengeance, tutti questi incontri si sono avvicendati nel primo semestre, quando Jeff era lontano dall'orbita del main event e quando, ad onor del vero, in tantissimi in lui non vedevano altro che un buon upper-carder destinato perennemente ai titoli di seconda fascia.
Certo, il passato degli Hardy Boyz ha aiutato, ma va altresì specificato che quando Jeff si è trovato da solo a dover tener fede alle aspettative, il livello qualitativo non è mai calato. Né il livello è sceso quando gli Hardyz, campioni di coppia, si sono spostati più in alto nella card, offrendo sempre prestazioni degne di nota indipendentemente da chi si trovassero ad affrontare.
E' poi venuta la volta del titolo Intercontinentale, e della faida con Umaga. Da un lato un gigante inarrestabile (o almeno così era fino a qualche mese faÂ…), dall'altro invece Jeff Hardy, peso piuma che sulla carta poco poteva dire contro il samoano. Inutile dirlo, anche questa volta sono piovuti consensi. Specialmente al momento della riconquista del titolo – il quarto – a seguito dello scandalo steroidi, quando Jeff (che, sul curriculum, vede però una macchia di un mese mai del tutto chiaritaÂ…) si è ripreso quella cintura che ancora oggi detiene.

L'anno, poi, non poteva chiudersi meglio.
Prima la vittoria, assieme a HHH, del Survivor Series Match, poi la rivalità con lo stesso The Game e la pesante, nonché impressionante, vittoria contro quest'ultimo per il posto di primo sfidante al campione Randy Orton. Ed in seguito la rivalità contro lo stesso Legend Killer, che ad oggi sta toccando dei livelli davvero interessanti.

Al momento di scegliere il miglior match dell'anno ero indeciso tra il Last Man Standing della Rumble tra Cena ed Umaga (che l'ha poi spuntataÂ…) ed il Last Man Standing che ha visto il passaggio di titolo tra Orton e HHH in quel di No Mercy. Niente Jeff, quindi, nonostante quanto detto prima. Ma, per il mio modo di vedere le cose, il costante (ed elevato) livello degli incontri offerti da Jeff durante tutto l'anno ha superato di gran lunga quello dei lottatori precedentemente citati, autori di prestazioni strabilianti ma anche di pesanti cadute, come ad esempio HHH vs. Booker T oppure il primo incontro tra Orton e Cena, entrambi a Summerslam.

E se questo non bastasse, sicuramente ha favorito la mia scelta anche il modo in cui la WWE ha trattato Jeff una volta deciso che sarebbe stato lui lo sfidante del Legend Killer per la Rumble del 2008.
Pochi mesi fa, infatti, Randy Orton sistemava senza grossi problemi Jeff durante una puntata di Raw, e sembrava che il dislivello tra i due fosse tale da rendere improponibile un'eventuale sfida futura. Ma quanto fatto dalla WWE a partire da Survivor Series è veramente da applausi.
Jeff ha messo a segno delle prestazioni incredibili – punta di diamante lo Steel Cage contro Umaga – ed in più occasioni ha anche messo in difficoltà il diretto avversario, tanto da spingerlo (in un segmento che personalmente ho adorato) a prendersela contro Matt Hardy, ancora convalescente, pur di trovare il modo di sfogare la propria frustrazione. Non da meno, infine, il finale di incontro risalente all'ultimo Raw, dove ancora una volta Jeff ha messo da parte la propria incolumità pur di avere la meglio sull'avversario.
E dopo tutto, cos'altro potrebbe fare Jeff, non certo dotato di un fisico in grado di vedersela alla pari con quello di Orton? Nulla, se non puntare tutto su ciò che manca all'avversario, ovvero l'agilità (mista a follia, ed intesa come high flying…) e la capacità di ingannare la forza di gravità.
E così, nel giro di pochi mesi, ci troviamo non solo Jeff Hardy promosso a serio e credibile main eventer, ma addirittura lo vediamo mettere più e più volte in difficoltà un uomo che, in tempi recenti, ha messo in seria crisi wrestler del calibro di HHH e Shawn Michaels. Insomma, non male come inizio dell'anno.

Poi, come già detto, non credo che alla Rumble Jeff vincerà il titolo, e credo anche che Orton arriverà dritto a Wrestlemania con la cintura alla vita. Ma questo è sicuramente un ottimo banco di prova per testarne il futuro, e personalmente ritengo che Jeff (la cui unica pecca può essere una mic-skill non proprio eccelsa…) stia superando brillantemente tutti gli esami a cui lo stanno sottoponendo. Senza contare che Orton vs. Hardy è una rivalità del tutto nuova, cosa rara e piacevole dati i tempi che corrono.

Insomma, per quella che è la mia personale visione delle cose (che poco, come detto, tiene conto del rapporto tra vittoria e sconfitte così come poco guarda al numero di main event nei quali si è lottato…) Jeff Hardy ha meritato il voto (sulla cui importanza, peraltro, si potrebbe discutere a lungo giacché non è certo la mia opinione a far partire push inaspettati verso l'una o l'altra parte…) perché non ha mai steccato. Perché ha sempre fatto il compito richiesto e lo ha sempre fatto bene, perché ha saputo farsi da parte quando serviva così come ha saputo farsi valere quando la federazione aveva deciso di puntare maggiormente su di lui. Perché ha offerto per tutto l'anno ottime prestazioni, che forse non entreranno nella storia (se si escludono le ultime settimane) ma che hanno mantenuto un livello invidiabile di continuità, e perché per la WWE ha sempre rappresentato una certezza, in un anno in cui spesso e volentieri le idee buone hanno scarseggiato e si faceva fatica a trovare la strada giusta.

Se poi, per altri, il fatto che non abbia vinto dei titoli del mondo, oppure il fatto che non sia suo il Match Of The Year, sono ragioni valide per scartarlo dalle preferenze, io non posso fare altro che prenderne atto. Non condivido, ma proprio perché nel wrestling manca l'agonismo, ovvero ciò che negli altri sport in ultima analisi decreta vinti e vincitori, ritengo che la ragione non stia da nessuna delle due parti. O magari da entrambe, poco cambia.
Resto quindi convinto del mio voto, pur con tutte le critiche che gli si possono muovere (critiche che, tra l'altro, si potrebbero muovere pressoché a qualsiasi altra voce…), e resto anche convinto che, alla fine del 2008, quello di Jeff Hardy sarà un nome che ricorrerà molto sulla bocca di tutti.
Se il buon giorno, così dicono, si vede dal mattino, visti gli ultimi due Raw questo potrebbe essere davvero l'anno della consacrazione per il giovane Hardy.
Con buona pace dei suoi detrattori.
Dopo tutto, dicevano i latini, i gusti non si discutono.

For now The Game's over, a martedì prossimo.

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